Prosecco-Prosek, vince il Veneto. Zaia: "Questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzarlo in Europa"
L'approvazione del nuovo Regolamento sulle indicazioni geografiche (IG) dell'Unione Europea pone fine alla diatriba iniziata nel 2021
La guerra tra Prosecco e Prosek è finalmente giunta al termine, con la vittoria del vino Veneto grazie all'entrata in vigore del nuovo Regolamento sulle indicazioni geografiche (IG) dell'Unione Europea.
Prosecco-Prosek, vince il Veneto: approvata la normativa europea
Il nuovo regolamento, pubblicato il 23 aprile sulla Gazzetta Ufficiale Europea, ha posto fine a una controversia che perdurava da anni, mettendo ordine nella questione delle denominazioni legate alle regioni di produzione dei vini.
Secondo le nuove norme, nessuno potrà più utilizzare come "menzione tradizionale" un termine che richiami il nome di un'Indicazione Geografica (IG) di un altro Stato membro.
Il cuore della questione riguardava il diritto delle indicazioni geografiche di tutelare le proprie produzioni da imitazioni o denominazioni simili. Il nuovo regolamento ha quindi disciplinato i casi in cui possono esistere indicazioni geografiche parzialmente omonime, stabilendo chiaramente la superiorità delle IG rispetto alle menzioni tradizionali.
In questo contesto, il termine Prosek è stato registrato come una semplice menzione tradizionale, sottolineando l'importanza delle IG come il Prosecco, e ponendo così fine alla lunga una disputa.
La disputa iniziata nel 2021
La "battaglia" ha avuto inizio nel 2021 quando i produttori croati del vino dolce locale, il Prosek, hanno avviato le procedure per ottenere il riconoscimento del loro prodotto a livello europeo.
La notizia aveva scatenato una vera e propria bufera in Veneto, con il Governatore Luca Zaia in prima linea per la difesa del Prosecco:
"È una difesa della nostra storia e della nostra identità: il Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa; è un vino che si identifica con la nostra storia, i nostri territori, le nostre regioni e l’Italia. I Croati sono nostri vicini di casa e amici, abbiamo ottimi rapporti. Ma ci sono temi sui quali non si può transigere e uno è questo. Bisogna impugnare questo provvedimento a tutti i livelli”, aveva dichiarato in prima battuta il presidente del Veneto.
Per difendere l'identità veneta e italiana del Prosecco negli anni sono scese in campo diverse istituzioni, associazioni di categoria e consorzi e grazie al "grande lavoro di squadra" - come ha ribadito il Governatore Zaia - si è riusciti ad ottenere la vittoria sul Prosek.
Zaia esulta: "Vince il Veneto! Questo nome è nostro e nessuno potrà utilizzarlo"
La notizia del nuovo regolamento europeo non poteva che essere applaudita con grande soddisfazione dal Presidente del Veneto, Luca Zaia:
“Prosek dossier chiuso: questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzalo in Europa come ‘menzione tradizionale’ per indicare un vino che vuole solamente evocare le nostre bollicine, ma non ha nulla di Veneto. Il nuovo Regolamento europeo sulle indicazioni geografiche Ig mette, quindi, la parola fine a una sgradevole vicenda e questo risultato è frutto di una grande lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni di categoria e consorzi che in tutte le sedi hanno difeso non solo un brand, ma un vino che esprime la storia e l’identità del Veneto”.
“Ci tengo anche a ricordare che Prosek è un nome che ci appartiene. C’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene – prosegue il Governatore -. Ma c’è pure una motivazione storica: le prime citazioni del nome ‘Prosecco’, con riferimento al vino, risalgono infatti al XIV secolo, ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico”.