Contro malattie e clima

Radicchio trevigiano IGP, collaborazione con l'università di Padova per selezionare i semi più resistenti

Il presidente del Consorzio Tosatto: "Caldo anomalo? Situazione critica sì, ma ormai ci siamo abituati. E con trattamenti adeguati ci si può salvare"

Radicchio trevigiano IGP, collaborazione con l'università di Padova per selezionare i semi più resistenti
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La situazione critica rappresenta una costante del lavoro dei campi, non fa eccezione il radicchio tardivo che si raccoglie 6 mesi dopo essere stato piantato e che deve patire anche il mancato freddo di dicembre

Radicchio trevigiano IGP, in cantiere una collaborazione con l'università di Padova per la selezione del seme

Allarme per la produzione di radicchio trevigiano: se non arriva il freddo la produzione è a rischio? La situazione non è così drammatica per Andrea Tosatto, presidente del consorzio radicchio di Treviso IGP e variegato di Castelfranco IGP, 121 soci in un territorio che comprende 52 comuni tra le province di Treviso, Padova e Venezia.

" La situazione è critica, ma la campagna agronomica ha sempre delle criticità: questa estate era la siccità e adesso il caldo anomalo di ottobre e novembre che ha allungato la produzione nelle campagne - conferma Tosatto - La novità, che poi tanto novità non è nemmeno questa, sono le infezioni fungine per il clima piovoso e umido. Ecco che dove c'è un ristagno il produttore che non ha fatto i trattamenti necessari, riscontra molti problemi: marcisce il prodotto e si danneggiano le foglie."

I soci del consorzio, proprio a detta del presidente, hanno però un valore aggiunto dato dalle competenze personali: sono tutti produttori molto professionali ed attenti che portano avanti una vera e propria arte, in un sistema di interscambio di informazioni e competenze.

Il radicchio ha una "vita" sul campo di 6 mesi, vanno gestite le criticità

"Avvieremo un progetto di selezione del seme per identificare quelli più resistenti alle malattie- spiega Tosatto - La pianta di radicchio viene piantata a luglio e deve essere gestita per almeno 6 mesi. Con l'università di Padova i produttori impareranno a scegliere le piante che da sole si autodifendono in un meccanismo di autoresistenza senza l'utilizzo di sostanze chimiche perché il nostro scopo è quello di ridurre i prodotti fitosanitari."

Il radicchio di Treviso non nasce da semi ibridi acquistati da multinazionali, ma da un seme prelevato da una selezione massale: ogni anno i soci raccolgono nei campi le piante migliori di cui si conserva la radice per produrre nuove piante e quindi i semi.

" Si insegnerà ai nostri soci come scegliere le piante migliori che - spiega il presidente del consorzio - vivono il cambiamento climatico dell'anno e il seme avrà già memoria di questo. Questa scelta porta a un prodotto meno standardizzato, ma di ottima qualità".

 

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