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Sciopero alla Benetton di Villorba: 350 lavoratori incrociano le braccia, il primo dopo trent’anni

Al centro della protesta, la decisione unilaterale dell’azienda di applicare contratti di solidarietà al 90% a una parte del personale senza alcun confronto preventivo con i sindacati

Sciopero alla Benetton di Villorba: 350 lavoratori incrociano le braccia, il primo dopo trent’anni

Dopo oltre trent’anni di silenzio sindacale, i lavoratori Benetton sono tornati a scioperare lunedì 27 ottobre 2025. Circa 350 dipendenti, su un totale di 800, hanno aderito a due ore di sciopero nello stabilimento di Castrette di Villorba, dove sono concentrate tutte le attività del gruppo.

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Benetton, sciopero a Villorba: 350 lavoratori incrociano le braccia

Al centro della protesta, la decisione unilaterale dell’azienda di applicare contratti di solidarietà al 90% a una parte del personale – circa ottanta addetti – senza alcun confronto preventivo con i sindacati.

“A preoccupare – spiega Rudy Roffarè della Femca Cisl Belluno Treviso – è soprattutto la mancanza di chiarezza da parte aziendale sul piano industriale e le prospettive future dell’impresa”.

Secondo quanto riferito dalle rappresentanze sindacali, i lavoratori interessati sono stati avvisati via e-mail appena tre giorni prima della sospensione dal servizio. La mobilitazione, spiegano le sigle di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, proseguirà anche nei prossimi turni, con una partecipazione che potrebbe arrivare al 70% dell’organico.

Lo sciopero

Durante la manifestazione, l’azienda ha vietato l’accesso ai giornalisti e ai fotografi all’interno dello stabilimento, costringendo i lavoratori a spostarsi lungo la strada provinciale Postumia, appena fuori dal perimetro aziendale.

I sindacati hanno chiarito di non essere contrari all’utilizzo dei contratti di solidarietà, in vigore fino a fine anno, ma di contestare il metodo e l’intensità del provvedimento.

“Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil chiedono con urgenza chiarimenti relativamente al piano industriale dell’azienda per comprendere fino in fondo le prospettive future e le strategie strutturali che consentano di superare la fase di difficoltà senza penalizzare in alcun modo i lavoratori”.


Le organizzazioni dei lavoratori lamentano inoltre l’assenza di risposte dall’amministratore delegato, Claudio Sforza, cui avevano chiesto un incontro per avere chiarimenti sul piano industriale. Negli ultimi mesi, ricordano, circa 400 dipendenti hanno lasciato l’azienda grazie a incentivi all’esodo e misure di accompagnamento alla pensione, ma anche quel canale, riferiscono i sindacati, sarebbe stato recentemente sospeso.