Secondo caso di suicidio assistito in Veneto, Vittoria sceglie di morire a 72 anni
Le sue ultime parole: "Amo la vita, ma da troppo tempo la mia non è più davvero vita"
Dopo la vicenda di Gloria, la paziente oncologica deceduta nell'estate del 2023, nelle scorse settimane anche Vittoria (nome di fantasia per la privacy), una donna trevigiana di 72 anni affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre vent'anni, ha scelto il suicidio medicalmente assistito ed è deceduta attraverso l'autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale (SSN).
Secondo caso di suicidio assistito in Veneto, Vittoria sceglie di morire a 72 anni
Vittoria è la quinta persona in Italia, e la seconda in Veneto, ad accedere al suicidio assistito con il supporto diretto del SSN, che ha provveduto a fornire il farmaco e gli strumenti necessari per la procedura. Tuttavia, l'azienda sanitaria Ulss 2 non ha individuato medici disponibili, su base volontaria, ad assisterla nella somministrazione del farmaco. E' stato il dottor Mario Riccio, anestesista e consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, a sostenerla. Riccio aveva già assistito Piergiorgio Welby nel 2006 e, più recentemente, Gloria nel 2023.
La richiesta formale di Vittoria per verificare i requisiti di accesso al suicidio assistito era stata presentata il 21 marzo 2024. Dopo otto mesi e numerosi solleciti legali, il 22 novembre 2024 l'azienda sanitaria trevigiana ha confermato la presenza dei requisiti necessari, autorizzando la fornitura del farmaco e dell'attrezzatura. La prevista udienza in tribunale per il ricorso d'urgenza di Vittoria, fissata per dicembre, è stata annullata poiché l'azienda sanitaria aveva nel frattempo adempiuto alle richieste.
"Amo la vita, ma da troppo tempo la mia non è più davvero vita"
"Amo la vita, ma da troppo tempo la mia non è più davvero vita".
Sono queste le ultime parole di Vittoria, diffuse dall'Associazione Luca Coscioni.
"La malattia mi ha fatta prigioniera dentro un corpo che mi rende dipendente dagli altri in tutto. Anche per grattarmi il naso. Di notte, in sogno, io camminavo ancora. Ho sempre amato camminare.
Ora sono troppo stanca per risvegliarmi ogni mattina e trovarmi bloccata dentro un corpo che non riconosco più e che è diventata una tortura continua. Ho bisogno di liberarmene e avere finalmente pace".
Filomena Gallo e Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, hanno espresso la propria vicinanza alla famiglia di Vittoria, che è rimasta accanto a lei fino alla fine. Hanno sottolineato come la vicenda di questa donna, pur segnata da dolore e sofferenza, sia stata anche caratterizzata da determinazione e speranza, qualità che le hanno permesso di resistere durante gli otto mesi di attesa.
"Siamo vicini alla famiglia di Vittoria, che è stata al suo fianco fino all’ultimo. La vicenda di questa donna è stata carica di dolore e sofferenza, ma anche di determinazione e speranza, che le hanno consentito di resistere durante gli 8 mesi di attesa. Il fattore tempo, per queste persone sottoposte a una sofferenza intollerabile, dovrebbe richiamare a una assunzione di responsabilità da parte della politica.
Per questo, continuiamo a chiedere l’approvazione di norme nazionali e regionali, per garantire tempi rapidi e certi di verifica delle condizioni e di risposta alle persone che chiedono di essere aiutate a morire. Nel frattempo, continueremo a fornire assistenza giudiziaria e medica a chi ce lo chiede affinché il diritto stabilito dalla Corte costituzionale sia rispettato in tutta Italia. Per far luce sui diritti è attivo il nostro Numero Bianco 06.99313409", hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato.