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Verde pubblico a Castelfranco: 109 alberi potrebbero diventare monumentali

Sono 548 i nuovi alberi censiti. I risultati della ricerca svolta dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova.

Verde pubblico a Castelfranco: 109 alberi potrebbero diventare monumentali
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E’ questo uno dei dati contenuto nella relazione finale dello Studio di linee guida per la ottimale progettazione delle riqualificazioni delle aree verdi esistenti nel Comune di Castelfranco Veneto.

Verde pubblico a Castelfranco

109 alberi: sono quelli che potrebbero riconosciuti come monumentali a Castelfranco Veneto. E’ questo uno dei dati contenuto nella relazione finale dello Studio di linee guida per la ottimale progettazione delle riqualificazioni delle aree verdi esistenti nel Comune di Castelfranco Veneto in un’ottica di sostenibilità economica relativamente alla loro gestione e manutenzione condotto dal borsista del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova con la supervisione del tutor Prof. Raffaele Cavalli, referente per l’ateneo patavino della gestione tecnica del Compendio di Villa Revedin Bolasco nonché responsabile di LABbolasco, laboratorio del Dipartimento con sede nella Villa.

Iniziata nell’ottobre scorso e conclusa a fine maggio, la ricerca - che conferma l’importante collaborazione tra il Comune di Castelfranco Veneto e l’ateneo patavino - è stata svolta in gran parte presso il LABolasco, ma anche nelle aree verdi di interesse comunale (parchi, giardini, viali alberati, aree verdi ecc.) e presso la Biblioteca Comunale di Castelfranco ed il relativo archivio storico.

La prima parte della ricerca

La prima parte della ricerca si è concentrata nella individuazione degli alberi per i quali richiedere alla Regione del Veneto la monumentalità, tenuto conto che già 12 sono quelli riconosciuti a Castelfranco - rispetto ai 40 nella provincia di Treviso e ai 206 in Veneto - di cui 9 collocati solo nel giardino storico di Villa Revedin Bolasco.

La recente richiesta riguarda, nello specifico:

  • il viale alberato Brigata Cesare Battisti (noto come Viale della Stazione) con 102 tigli di cui 75 tigli nostrani e 27 tigli selvatici
  • tre singoli alberi: un cedro dell'Himalaya, un tasso e un ligustro in Corso XXIX Aprile (il giardino del castello)
  • un nucleo di due cedri dell’Atlante in Corso XXIX Aprile (il giardino del castello)

Gli alberi proposti monumentali sono stati candidati monumentali in virtù di differenti criteri di volta in volta ritenuti più o meno predominanti.

Nella relazione si riporta:

“Nel caso dei 102 tigli del viale Brigata Cesare Battisti il criterio predominante è stato quello storico seguito da quello paesaggistico. Il viale è infatti stato realizzato nel 1910 ed i relativi tigli sono stati messi a dimora nell'anno successivo e, grazie ad una approfondita ricerca nell’archivio storico comunale, il viale alberato è risultato essere uno dei pochi ad essere sfuggito all'abbattimento durante la Seconda Guerra Mondiale nell’area della castellana. Ad avvalorare il criterio storico di monumentalità del viale concorrono pure una serie di manufatti architettonici presenti lungo il viale stesso. Sono qui presenti numerose villette e cinque edifici denominati “le case storte” realizzate nel 1923 appunto in maniera “storta” rispetto al viale ovvero non in asse con esso.

Tra le villette merita ricordare la Villa Pirollo che fu fatta costruire nel 1922 da Luigi Pirollo, figlio di Agostino Pirollo. Quest'ultimo fu un garibaldino in forza al Battaglione Vicenza che prese parte alla campagna del 1866. Nel caso dei tre alberi singoli proposti monumentali, come pure del gruppo omogeneo dei due cedri dell’Atlante nell’ambito del giardino del castello, il criterio predominante è stato quello dimensionale seguito da quello storico e paesaggistico. Tutti questi alberi superano, infatti, i criteri dimensionali minimi per la circonferenza misurata a 1,30 m riportati nella Guida per gli aspetti tecnici del censimento degli alberi monumentali italiani.

Per di più, tutto il giardino del castello costituisce un elemento di particolare pregio paesaggistico e storico culturale. Infatti, durante uno scambio di corrispondenza tra il 1942 e il 1943 la stessa Soprintendenza di Venezia respingeva la richiesta del Comune di Castelfranco Veneto dell'abbattere alcuni alberi esterni al fossato delle mura del castello poiché essa riteneva già allora il giardino del castello con le relative mura e fossati come un medesimo ed unico elemento di pregio paesistico e pertanto degno di nota e di essere appositamente protetto”.

Il commento dell'assessore Filippetto

Commenta l’assessore all’ambiente Roberto Filippetto:

“Questa amministrazione crede molto nella conservazione e nella valorizzazione del verde, in particolare quello pubblico. Per questo è stato destinato all’Università di Padova, in quest’ambito, un contributo di 10 mila euro per finanziare studi come questi per la ottimale progettazione delle riqualificazioni delle aree a verde urbano esistenti in un’ottica di sostenibilità economica della loro conservazione e mantenimento nel tempo. Oltre all’individuazione degli alberi con caratteri di monumentalità, l’attività di ricerca è stata utilizzata per la digitalizzazione del censimento del verde comunale. Si è proceduto alla sistemazione del censimento parziale del patrimonio arboreo e delle aree a sfalcio eseguito nel 2016-2017 secondo il modello dati previsto da R3 Trees – Green Spaces.

Si è proceduto al censimento di ben 548 nuovi alberi messi a dimora nel periodo 2015-2020 e si sono quindi rinumerati progressivamente ed in maniera univoca gli alberi, le siepi e i prati procedendo inoltre, dove possibile, ad aggiornare gli elementi morti, secchi o non più presenti”.

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