A uccidere Giulio di 3 anni forse il diabete

Con un semplice prelievo del sangue al primo ricovero poteva essere salvato.

A uccidere Giulio di 3 anni forse il diabete
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A uccidere Giulio di 3 anni forse il diabete: si indaga

La diagnosi, terribile, quanto inaccettabile, che sembra prendere piede, sembra quella del diabete. Per questo, ancor di più, sarebbe grave il comportamento del medico  del Pronto Soccorso di Santorso che lo aveva preso in cura, che con un semplice prelievo del sangue al primo ricovero, forse avrebbe potuto salvarlo.

A sancire però la verità sarà solo l’esito dell’autopsia sul bimbo di Valli del Pasubio, al quale la presenza obbligata è del personale coinvolto nel gravissimo episodio, dei periti della famiglie e della Procura della Repubblica di Vicenza, che affiancheranno il medico legale incaricato dalla magistratura.

Nonostante questa possibile causa, Erica, la mamma dell’angioletto Giulio, e il  papà Luca, non puntano il dito contro nessuno, almeno fino a quando non conosceranno cosa sia realmente successo.  Questo lo stato attuale delle indagini della Procura della Repubblica di Vicenza e del personale amministrativo e sanitario dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso per capire le reali ragioni che hanno portato alla morte del piccolo Giulio Cortiana, che aveva solo 3 anni. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere se ci sia stata superficialità da parte di chi è intervenuto al primo ricovero, oppure se si tratta di pura casualità.

L’inizio della fine

Il piccino abitava a Valli del Pasubio e dopo essere stato ricoverato due volte in ospedale, a Santorso,  non aveva superato la notte e il suo cuoricino aveva smesso di battere. Immediato era stato l’intervento delle forze dell’ordine e poi dei giudici, che avevano subito ordinato l’autopsia.

Secondo una prima sommaria ricostruzione, Giulio nel pomeriggio di lunedì 29 luglio aveva iniziato ad avere  lancinanti dolori alla pancia, che avevano convinto i genitori a portarlo  al pronto soccorso del nosocomio dell’Alto Vicentino, dove i medici lo avevano dimesso dopo un po’ di acqua e zucchero, convinti che, visto il gran caldo, si trattasse di una piccola disidratazione e perché alcuni controlli al tatto avevano escluso patologie rilevanti.

La seconda e tragica corsa al Pronto Soccorso

Ma  una volta a casa i dolori per Giulio erano aumentati, aggiungendosi anche il vomito, il pallore e la debilitazione, che avevano convinto mamma Erica e papà Luca a riportarlo all’ospedale, dove questa volta veniva ricoverato.

Poi la morte

Ma forse era tardi, perché nella notte Giulio smetteva di vivere in un lettino del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso. Ora il caso è tutto nelle mani della magistratura, che ha iscritto nel registro degli indagati un medico. Quello che era intervenuto per primo.

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