Emergenza Coronavirus

Alpinisti veneti bloccati in Tagikistan tornano in Italia: la loro testimonianza - VIDEO

La paura per le scarsi norme igieniche sanitarie durante la quarantena.

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Bloccati in quarantena in Tagikistan, 5 scialpinisti della Scuola di Scialpinismo R.Giuliani della sezione Cai “Cesare Battisti” di Verona stanno tornando in Italia dalla spedizione in  Afghanistan per il progetto “Le nevi del Wakhan”.

Una storia a lieto fine per gli scialpinisti

I cinque alpinisti veronesi bloccati in Tagikistan da inizio marzo, sono in volo per rientrare in Italia e potranno finalmente trascorrere la Pasqua a Verona con le proprie famiglie. Erano rimasti bloccati in mezzo alle montagne a Tagikistan a causa del Coronavirus. Stiamo parlando di Giuliana Steccanella, Giorgio Bona fini, Andrea Micheli, Annapaola Perazzolo e Fabio Bullo. Il gruppo si era recato nel nord dell’Afghanistan per insegnare lo scialpinismo a dei ragazzi del paese ma sono rimasti bloccati a Tagikistan a causa del Coronavirus. L’ex Repubblica Sovietica infatti, a seguito della pandemia aveva chiuso le frontiere con tutte le Nazioni. Il gruppo ha dovuto fare due settimane in isolamento per quarantena al General Hospital di Chorug.

Il loro racconto

Attraverso un video postato sui social, il gruppo ha raccontato la propria situazione affermando:

“Siamo qui per un progetto solidale che dura da un paio di anni e durerà per un paio di anni ancora, stiamo cercando di introdurre lo scialpinismo a cinque ragazzi afgani per cercare di dare loro un futuro in un paese tormentato com’è l’Afghanistan . Siamo partiti il 21 febbraio 2020 senza sapere nulla che cosa stava succedendo sul tema Coronavirus e siamo rimasti 10 giorni isolati senza alcuna comunicazione. Abbiamo scoperto quello che sta succedendo in Italia. Noi abbiamo cercato di tornare in Italia però le frontiere erano chiuse. Siamo rimasti in quarantena per 14 giorni in un ospedale in una condizione accettabile per il fatto che non c’erano problemi di Coronavirus e perchè c’eravamo solo noi in quarantena. In questi 14 giorni  abbiamo visto svanire le possibilità di rientro dato che i voli venivano cancellati. Il 21 marzo 2020 abbiamo concluso la quarantena ma il Tagikistan era un paese isolato, paese bellissimo ma il livello sanitario è quello che è, abbiamo visto che la nostra quarantena si è svolta senza precauzioni e la preoccupazione nostra è aumentata quando alla fine della quarantena è arrivato un gruppo di altri giovani in quarantena ma non c’era distinzione tra noi e loro. Il timore è che se qui dovesse arrivare il Coronavirus non ci sarebbe alcuna tutela e possibilità di essere seguiti”

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