Altare della Patria a porte chiuse, solo per Pederobba

Marinai, carabinieri, paracadutistici, alpini trevigiani hanno onorato il milite ignoto.

Altare della Patria a porte chiuse, solo per Pederobba
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Altare della Patria a porte chiuse, solo per Pederobba. Il sindaco di Pederobba Marco Turato, assieme ad una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, alle Associazioni Combattentistiche del Comune e alla Banda musicale di Pederobba, il 21 settembre hanno reso omaggio ai caduti di tutte le guerre con una significativa, commovente e inedita cerimonia all’Altare della Patria a Roma.

Lo straordinario evento si è potuto realizzare grazie ad una speciale autorizzazione ottenuta dal Ministero della Difesa che ha permesso alla delegazione di Pederobba di effettuare in maniera del tutto riservata ed esclusiva la cerimonia di commemorazione con la deposizione di una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto.  

Il sindaco Marco Turato evidenzia: “E' stata un’emozione unica e davvero commovente rendere omaggio nella straordinaria cornice quale l’Altare della Patria agli Eroi di Guerra senza nome, che hanno combattuto per la Patria durante le Guerre Mondiali. ll 4 novembre del 1944, un fante, un marinaio, un aviere e un partigiano salirono la scala dell'Altare della Patria per rendere omaggio al Milite Ignoto. Fu quella la prima cerimonia della nuova Italia, in piena guerra di Liberazione, con il territorio ancora occupato e diviso".

Il 21 settembre una rappresentanza delle associazioni d’arma di Pederobba: marinai, carabinieri, paracadutistici, alpini hanno onorato il milite ignoto. “Un tassello importante nel percorso della nostra storia. Le istituzioni – continua il Sindaco Marco Turato - hanno il dovere di tenere viva la memoria : il ricordo degli eroi e delle battaglie della nostra storia non può andare disgiunto dal patrimonio di cultura, di lingua, di arte che ha cementato il popolo italiano, che lo ha portato ad essere libero. Essere stati a Roma, all’Altare della Patria è stato un appuntamento importante, perché quel momento celebrativo pubblico ci ha ricordato un passaggio fondamentale della nostra Italia e dobbiamo utilizzarlo per riflettere su concetti e valori non vuoti quali Nazione, Patria , Democrazia; su cosa vuol dire essere italiani oggi in questo mondo in continua trasformazione .  Senza retorica e enfasi nazionalistica. Bertold Brecht scrisse: ”Beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi“. Di eroi caduti in guerra non ne abbiamo bisogno, anzi non vorremmo averne più bisogno, ma di eroi civici sì, in difesa della Cosa pubblica, del bene comune, della democrazia. Tutti i giorni ognuno di noi deve fare la sua parte contro le ingiustizie e le sopraffazioni, aiutando chi soffre, chi si sente solo, facendo vivere la solidarietà con piccoli gesti concreti. L’affermazione di quei valori sono oggi per noi un impegno costante. Oggi non possiamo non riflettere e considerare quanti e quali avvenimenti, da allora, hanno cambiato e stanno cambiando il corso della storia. Quello all’Altare della Patria, non è stato un rito retorico, ma si è voluto dar vita ad un momento di riflessione e di impegno, lo dobbiamo ai nostri giovani morti a difesa dei nostri confini e per la conquista della libertà; lo dobbiamo alle nostre giovani e future generazioni".

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