Antenne 5G: il primo regolamento nazionale arriva da Treviso
Pederobba capofila, coinvolti anche i comuni di Cornuda, Cavaso Del Tomba, Possagno, Monfumo, Castelcucco, Alano Di Piave, Segusino.
Comune di Pederobba capofila di un’intesa con altri 7 Comuni Cornuda, Cavaso Del Tomba, Possagno, Monfumo, Castelcucco, Alano Di Piave, Segusino per varare un piano antenne intercomunale, il primo a livello nazionale in Comuni di piccole dimensioni rivolto a regolare l’installazione dei sistemi “5 G”.
Antenne 5G: ecco il piano intercomunale
Una situazione ad alto rischio quella venutasi a creare per centinaia di Amministrazioni locali, dopo il varo del Decreto Semplificazioni di luglio che ha di fatto dichiarato il “5 G” un servizio pubblico e come tale necessario. La norma ha di fatto costretto molti sindaci a correre ai ripari, revocando le discusse ordinanze che vietavano l’installazione delle antenne, ma d’altra parte aveva lasciato i Comuni in balia dei desiderata delle grandi compagnie telefoniche.
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In pratica, i sindaci non hanno più la possibilità di opporsi all’installazione delle antenne se queste rispettano i limiti di emissione dei campi elettromagnetici, ma possono però adottare regole che minimizzino l’impatto per i propri cittadini attraverso la fondamentale competenza di pianificazione urbanistica degli impianti.
La preoccupazione del Comune di Pederobba
Fabio Maggio, assessore all’ambiente del Comune di Pederobba, spiega:
«Dopo il decreto è divenuto, ora, palesemente illegittimo porre un divieto su una materia la cui competenza è riservata allo Stato tanto che il Prefetto di Treviso, con nota n. 88613 del 28.10.2020, ha invitato i Sindaci a revocare i provvedimenti eventualmente adottati, dichiarando, in difetto di poterli annullare. Dal giorno alla nota» continua Maggio «ci siamo trovati in una situazione grave, il rischio concreto era quello di veder installate antenne ovunque, senza regole, grazie alla presentazione di una semplice SCIA».
L'intesa per un piano antenne intercomunale
Così, grazie all’assistenza dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana che da tempo ha creato un gruppo di lavoro per approfondire la tematica e sensibilizzare i Sindaci sul problema e sul modo per affrontarlo, il Comune di Pederobba ha avviato come capofila un’intesa con altri 7 Comuni Cornuda, Cavaso Del Tomba, Possagno, Monfumo, Castelcucco, Alano Di Piave, Segusino per varare un piano antenne intercomunale, il primo a livello nazionale in Comuni di piccole dimensioni rivolto a regolare l’installazione dei sistemi “5 G”.
Un principio di fondo quello che anima l’intesa:
«E’ sempre più evidente che la tematica è divenuta una priorità e necessita di personale altamente qualificato che sia in grado di confrontarsi in modo efficace con il mercato e con i cittadini per poter gestire e regolamentare il fenomeno piuttosto che subirlo e patirne solo gli effetti. Come amministratori» continua Maggio «abbiamo il dovere di affrontare senza pregiudizi, ma con grande consapevolezza ed attenzione un fenomeno come questo. Si tratta certamente di una tecnologia che può portare indubbi vantaggi, ma ciò non significa che non debba essere regolata, valutata e testata. Non possiamo abdicare alla sostenibilità ed alla tutela della salute».
«I nostri obiettivi sono chiari» continua Maggio «in maniera congiunta abbiamo trovato un Soggetto professionale che, tra pochi in Italia, può vantare di aver già lavorato sulla tecnologia e sulla regolamentazione del “5G”. L’azione sarà poi divisa in due. In una prima fase procederemo con la redazione del piano e del regolamento che saranno rivolti alla minimizzazione del rischio di esposizione della popolazione alle fonti di inquinamento elettromagnetico ed allo sviluppo sicuro, coerente e ordinato delle infrastrutture di telecomunicazioni. Nella seconda, abbiamo previsto dei servizi di monitoraggio e controllo delle emissioni in loco, per cui servono tecnologie avanzatissime non ancora in dotazione alle strutture di controllo pubbliche».
«L’aggregazione che si è creata attorno a Pederobba» - afferma l’avv. Mariarosa Barazza, Presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana «è qualcosa di esemplare, ma anche di facilmente replicabile, perché l’elemento fondante e il collante sono stati la stessa volontà di gestire un problema e trovarne la soluzione senza la necessità di creare sovrastrutture burocratiche e senza guardare né a colori politici e nemmeno ai confini provinciali».
Ci vorranno sei mesi: il cronoprogramma
Gli 8 comuni hanno stabilito anche un cronoprogramma che prevede la definizione del Piano e del Regolamento nel termine di 6 mesi. Con la conclusione del progetto, gli operatori telefonici dovranno necessariamente sedersi al tavolo delle Amministrazioni degli 8 comuni che avranno la possibilità di definire le zone sensibili (come scuole, asili, case di riposo) e di stabilire dove poter installare le antenne stesse e dove no, fissando anche un canone annuale che verrà reinvestito in opere e servizi pubblici.
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