La denuncia della FP CGIL

Appiccato incendio nel carcere minorile di Treviso, intossicati un detenuto e due agenti

Il sindacato: "È inaccettabile che ancora oggi si lavori in carceri prive delle minime condizioni di sicurezza, senza tutele, senza rispetto per la dignità di chi ogni giorno si espone in prima linea"

Appiccato incendio nel carcere minorile di Treviso, intossicati un detenuto e due agenti
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Un principio d’incendio, appiccato volontariamente da tre detenuti all’interno di una sezione del carcere minorile di Treviso, lunedì 9 giugno 2025, ha provocato l’intossicazione di un giovane recluso e di due agenti della Polizia Penitenziaria.

Incendio nel carcere minorile di Treviso, intossicati un detenuto e due agenti

L’episodio, avvenuto nella giornata di lunedì, è stato reso noto dalla CGIL, che ha denunciato gravi lacune strutturali e la totale assenza di dispositivi di protezione individuale per il personale.

Secondo quanto riferito dal sindacato, solo il tempestivo intervento degli agenti in servizio – supportati dai colleghi della vicina Casa Circondariale – ha evitato conseguenze ben più gravi. Uno dei minori, colpito da una forte intossicazione da fumo, è stato trasportato a braccio fino all’infermeria, dal momento che la barella non riusciva a passare per l’unico ingresso della sezione. I due agenti, anch’essi intossicati, sono stati trasferiti d'urgenza all’ospedale di Treviso per accertamenti.

La denuncia della FP CGIL

Donato Nolè, segretario nazionale della FP CGIL, ha parlato di un “gravissimo episodio” che non rappresenta un caso isolato, ma l’ennesima dimostrazione del profondo stato di crisi che attraversa il sistema penitenziario minorile italiano. In una nota, il sindacalista ha puntato il dito contro la fatiscenza delle strutture, il sovraffollamento, la carenza di personale e la mancanza di dispositivi di sicurezza come le maschere antifumo.

“La totale assenza di dispositivi di protezione individuale, come maschere antifumo, l’inadeguatezza delle strutture e il sovraffollamento sono elementi ricorrenti che mettono a rischio quotidianamente la vita di chi lavora e di chi è ristretto.

Nonostante le promesse – spesso propagandistiche – di alcuni rappresentanti del Governo, il circuito penale minorile è oggi al collasso: istituti fatiscenti, personale insufficiente e abbandonato, minori ammassati in condizioni indegne e sempre più frequentemente coinvolti in atti autolesionistici o aggressivi.

Tutto questo mentre si moltiplicano gli annunci, ma mancano gli interventi strutturali concreti. Come FP CGIL siamo indignati e stanchi di dover denunciare tragedie annunciate. È inaccettabile che ancora oggi si lavori in carceri prive delle minime condizioni di sicurezza, senza tutele, senza rispetto per la dignità di chi ogni giorno si espone in prima linea. È inaccettabile che i minori vengano rinchiusi in strutture non a norma, in condizioni che nulla hanno a che vedere con la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena”.

La FP CGIL ha infine rivolto un appello diretto al Ministro della Giustizia Carlo Nordio affinché ponga fine a questa deriva con interventi urgenti e mirati.

“Chiediamo con forza – prosegue – un intervento immediato e deciso del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, anche in considerazione della sua residenza a Treviso, affinché si ponga fine a questa vergognosa deriva. Non basta affidarsi all’abnegazione degli operatori penitenziari: servono risorse, assunzioni, dispositivi di sicurezza, strutture idonee e politiche penali minorili ispirate a criteri di legalità, tutela e reinserimento. Serve una visione strategica e non più emergenziale. Le visite istituzionali e le promesse da campagna elettorale non servono a nulla se non sono seguite da azioni concrete. Basta parole, è il momento dei fatti”.

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