Attivista del centro sociale insegna alle medie, la condanna della Lega: "E' come Ilaria Salis"
Insegnati ed esponenti di sinistra la difendono: "Gaia Righetto l'esempio di un impegno che dovrebbe essere protetto, non perseguitato"

Dopo il caso della maestra d'asilo che pubblica foto hot su Onlyfans, un'altra docente trevigiana finisce al centro delle polemiche in provincia di Treviso: Gaia Righetto, insegnante e storica attivista del centro sociale Django, è finita nel mirino del centrodestra che ne contesta l'idoneità a ricoprire un ruolo educativo a causa del suo impegno politico.
Attivista del centro sociale insegna alle medie, scoppia la polemica
Il caso di Gaia Righetto riaccende così il dibattito sul confine tra vita privata, impegno politico e idoneità a svolgere un ruolo educativo nelle scuole pubbliche.
La docente, supplente da una settimana in una scuola media di Tarzo, è diventata protagonista di una polemica sollevata dal deputato della Lega Rossano Sasso, che oltre a paragonarla a Ilaria Salis, l'ha definita una "docente fanatica e ideologizzata".

"Spesso ricevo segnalazioni su docenti ideologizzati ma questa volta siamo davanti ad un caso unico, secondo forse solo a quello della Salis. La persona in foto si chiama Gaia Righetto ed oltre a insegnare lettere in una scuola media di Treviso, è il leader del centro sociale "Django" della stessa città", scrive sulla propria pagina Facebook il deputato.
"Cosa ha nel suo c.v. questa signora? Condanne penali e svariate denunce per varie vicende, dalle occupazioni abusive agli scontri con le forze dell'ordine, passando per le diffamazioni e le ingiurie contro esponenti politici. È anche attivista queer e l'anno scorso insieme ad altri lgbt sfilò nuda per le strade trevigiane. Sta in classe con ragazzini di 11 anni e i suoi profili social sono pubblici. Ho segnalato tutto all'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto".

"I ragionamenti da fare sono due", prosegue Sasso, "il primo dal punto di vista giuridico: chi è condannato anche se solo in primo grado e senza interdizione dai pubblici uffici, può continuare a insegnare a dei bambini? È vero, esiste anche il codice di comportamento e credo che la Righetto abbia già violato più di un articolo, ma credo sia il caso di mettere mano al codice penale.
Il secondo risiede nell'opportunità di valutare sotto il profilo psico-attitudinale chi si appresta a fare il mestiere più bello del mondo. Non sono casi isolati, abbiamo troppi docenti fanatici e ideologizzati nelle nostre scuole e anche quelli violenti (nei fatti o a parole) iniziano ad essere numerosi. Cassaro, Salis, Raimo, Righetto solo per citarne i più celebri. Fuori dalla scuola i cattivi e le cattive maestre".
Anche il consigliere di Fratelli d'Italia Guido Bertolazzi esprime una dura condanna nei confronti di Gaia Righetto:

"Io non accetterei mai Gaia Righetto come insegnante di mio figlio o di mio nipote! È inammissibile che un'esponente di un centro sociale favorevole alle occupazioni, ideologizzata e protagonista di manifestazioni non pacifiche, possa lavorare con menti ancora in formazione e quindi più deboli ed esposte. Il no a insegnanti con un 'curriculum' come quello di Gaia Righetto non è dettato dalla sua idea politica, ma dai metodi intrapresi per sostenerla o, meglio, imporla! Chi è preposto alla formazione dei nostri ragazzi deve essere un esempio di corretto comportamento etico, e non mi sembra il caso di Gaia Righetto".
Bertolazzi solleva inoltre un paragone provocatorio: "Vorrei vedere se i commenti del PD sarebbero gli stessi di fronte a un insegnante attivista di Ordine Nuovo".
Infine, auspica l'adozione di un "vero codice etico" per garantire che la classe docente sia priva di ideologie e in grado di educare nel rispetto della legalità e dell'etica sociale.
La sinistra a sostegno della professoressa
Dall'altra parte, non manca la solidarietà nei confronti dell'insegnante. Sinistra Italiana Treviso esprime pieno sostegno a Gaia Righetto, definendola un'insegnante e attivista politica impegnata da anni nella difesa dei diritti sociali, ambientali e nella promozione di un'educazione critica e inclusiva.
In una nota, il partito denuncia gli attacchi contro di lei come "strumentali e diffamatori", volti a intimidire chiunque lotti per la giustizia sociale e il diritto all'espressione democratica.
"Condanniamo fermamente ogni forma di delegittimazione verso chi opera nel rispetto della Costituzione e dei principi democratici", si legge nella dichiarazione, che sottolinea come Righetto rappresenti "l'esempio di un impegno che dovrebbe essere protetto, non perseguitato".
Sostegno anche da parte di Rifondazione comunista:
"Esprimiamo assoluta vicinanza e solidarietà a Gaia Righetto per gli indecenti attacchi professionali e umani compiuti nei suoi confronti da esponenti del centrodestra. Siamo in presenza di un clima da liste di proscrizione altamente nocivo per la democrazia.
L'istituzione scolastica dovrebbe essere, nella libertà di insegnamento, il luogo di sviluppo del pensiero critico e plurale; ambiti che con tutta evidenza danno fastidio alla classe politica di centrodestra. Alla repressione dei manganelli si accompagna infatti la repressione culturale, informativa e formativa; con ogni mezzo, compresa la discriminazione di un'insegnante precaria data da considerazioni arbitrarie attinenti alla sfera extrascolastica ed in particolare modo politica. Difendiamo Gaia Righetto, difendiamo la scuola, da ogni discriminazione, da ogni chiusura, da ogni invettiva oscurantista e maccartista".
Una petizione a favore di Gaia Righetto
A sostegno di Gaia Righetto si è mobilitata anche una parte del corpo docente, che ha lanciato una petizione per difenderla dagli attacchi politici.
Gli insegnanti sottolineano come il loro lavoro sia arricchito dall'impegno civile e politico fuori dalle aule, rivendicando il diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni nel tempo personale. Nella petizione si denuncia un clima di crescente repressione, con la vicenda di Righetto vista come un tentativo di imporre un codice etico che limiti la libertà di pensiero del personale scolastico.
"L'antifascismo e l'attivismo per i diritti non sono mali della scuola", si legge nell'appello, che critica l'ipocrisia di chi accusa l'insegnante di essere inadatta mentre le vere emergenze dell'istruzione, come le classi sovraffollate e il sottofinanziamento, restano irrisolte.
Quello di Salvini in Parlamento europeo con la maglietta di Putin e quello del candidato di Fratelli d’Italia con il fucile sui manifesti elettorali per le Europee sono corretti comportamenti etici?