Bassotta cremata dalla dog sitter, si va verso la riapertura del caso
La morte della cagnolina Nina potrebbe non essere l'unico episodio, denunciata anche dal padrone di un bulldog francese. La 30enne potrebbe anche essere accusata di truffa
Il caso della bassotta "Nina", morta e fatta cremare l'anno scorso all'insaputa della proprietaria, potrebbe riaprirsi nonostante l’archiviazione.
Bassotta cremata dalla dog sitter
La vicenda risale all'estate del 2023, quando Stefania Guadagna, 59 anni, parte per le vacanze e lascia i suoi due cagnolini con una dog sitter di trent’anni di Villorba. Tutto sembra filare liscio fino agli ultimi giorni di ferie, quando la giovane smette improvvisamente di rispondere alle chiamate e ai messaggi.
Al rientro dalle vacanze, la situazione che trova è drammatica: Pluto è in giardino, trascurato e visibilmente debilitato. Di Nina, invece, nessuna traccia, al suo posto un'urna cineraria.
La ragazza le spiega che Nina è morta per shock anafilattico e che il corpo è stato cremato.
A quel punto, la padrona dei bassotti sporge denuncia. Tuttavia, il Tribunale ha spiegato che, senza poter esaminare il corpo di Nina, risulta impossibile stabilire la causa esatta della morte e verificare eventuali responsabilità della dog sitter.
Si va verso la riapertura del caso
Dopo che la tragica vicenda di Nina è diventata nota, anche altri due proprietari hanno infatti denunciato episodi simili: un bulldog francese e, più recentemente, un golden retriever lasciati alla stessa dog sitter sono morti.
Il proprietario del bulldog francese è riuscito a preservare la salma dell'animale, che sarà fondamentale per le indagini. Se queste confermeranno una responsabilità diretta della dog sitter, la 30enne potrebbe essere nuovamente accusata, questa volta anche per la morte di Nina.
L'accusa di truffa
Ma non solo, la legale di Stefania Guadagna ha chiesto di riaprire il fascicolo, in precedenza archiviato dal giudice per mancanza di prove. Alla denuncia iniziale per morte dolosa e, in subordine, per negligenza nella custodia dell’animale, si aggiungono ora le accuse di truffa e sostituzione di persona.
Da quanto si apprende, infatti, la dog sitter avrebbe contattato l’azienda per la cremazione senza verificare la proprietà dell’animale, ingannando apparentemente gli operatori. Gli addetti, recatisi a Villorba per prelevare la bassotta, non avrebbero richiesto il libretto del cane né controllato il microchip, passaggi che avrebbero permesso di identificare la reale proprietaria.