Treviso

Ca' Foncello, innovativo intervento di chirurgia vertebrale su un 24enne vittima di incidente stradale

La novità consiste nella convergenza tecnica scaturita dall'unione non solo di diverse tecniche chirurgiche ma, anche, dalla sinergia creatasi tra i due gruppi di medici.

Ca' Foncello, innovativo intervento di chirurgia vertebrale su un 24enne vittima di incidente stradale
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Innovativo intervento di chirurgia vertebrale su un 24enne, all’ospedale Ca’ Foncello.

Ca' Foncello, innovativo intervento di chirurgia vertebrale

Innovativo intervento di chirurgia vertebrale su un 24enne, all’ospedale Ca’ Foncello: a rendere possibile l’intervento la collaborazione di due équipe di medici dell’ospedale Ca’ Foncello, neuroradiologia e neurochirurgia. La novità consiste nella convergenza tecnica scaturita dall'unione non solo di diverse tecniche chirurgiche ma, anche, dalla sinergia creatasi tra i due gruppi di medici.

Il giovane, che a seguito di incidente automobilistico aveva riportato la frattura di due vertebre lombari, è stato sottoposto, nella sala interventistica della neuroradiologia, diretta dal dr Francesco Di Paola, a una doppia procedura di messa in sicurezza delle fratture: il dr Altin Stafa ha prima iniettato del cemento sintetico e poi, attraverso il posizionamento di un dispositivo espandibile in titanio di nuova concezione, è riuscito a riportare la vertebra crollata alle corrette dimensioni anatomiche.

Tecnica ibrida: la parola agli specialisti

Successivamente nella sala operatoria della neurochirurgia, diretta dal dr Giuseppe Canova, il paziente ancora anestetizzato e seguito dalla dr.ssa Monica Surdu, è stato operato dal dr Roberto Zanata e dal dr Jacopo Del Verme che hanno eseguito una stabilizzazione vertebrale, attraverso una tecnica mini-invasiva percutanea delle vertebre adiacenti a quelle fratturate, ad ulteriore difesa delle stesse.

“Questa nuova tecnica ibrida, sintesi di quelle già in uso nei due reparti – spiegano gli specialisti del Ca’ Foncello - ha permesso di bloccare chirurgicamente un numero minore di vertebre, quindi meno viti metalliche impiantate, minore perdita di sangue, minor danno ai muscoli spinali, minor tempo chirurgico e minor blocco della motilità della colonna vertebrale per il giovane paziente. In questo modo si riserva la possibilità di poter valutare precocemente la rimozione delle poche viti impiantate, permettendo così una guarigione ottimale ma anche un recupero funzionale completo della motilità della colonna. Il giovane è stato dimesso dopo 3 giorni dall'intervento".

Il commento del direttore Benazzi

“Questo caso serve a ricordare il valore aggiunto della collaborazione – sottolinea il direttore generale, Francesco Benazzi -. L’unione dei saperi e delle tecniche è sempre superiore alla mera somma delle singole competenze tecniche: anche in tempi difficili come quello che stiamo attraversando la collaborazione e l'innovazione rimangono il motore di una sanità vincente e di qualità”.

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