Caso Alex Marangon, il legale della famiglia: "Molti partecipanti non hanno detto la verità"
A Montecitorio un incontro sul tema delle manipolazioni mentali

Potrebbero presto esserci sviluppi giudiziari nel caso di Alex Marangon, il 25enne di Marcon trovato morto nel fiume Piave dopo aver partecipato a un rito sciamanico nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, presso l’Abbazia di Santa Bona, a Vidor.
Il legale della famiglia di Alex: "Molti partecipanti non hanno detto la verità"
A renderlo noto è Nicodemo Gentile, legale della famiglia Marangon, durante un incontro tenutosi a Montecitorio sul tema delle manipolazioni mentali e delle organizzazioni settarie, organizzato dalla deputata Stefania Ascari.

“Siamo certi che molti dei partecipanti alla cerimonia non hanno detto la verità. Chiederemo presto che vengano individuati e indagati i responsabili, perché siamo convinti che ci sia stata un’attività illecita gravissima”, ha dichiarato l’avvocato Gentile.
Durante l’incontro è stato ricostruito il contesto che ha portato Alex a partecipare al rituale. Secondo i genitori, il giovane era stato adescato in un negozio di Mestre, dove gli era stato proposto un rito spacciato per curativo. Alex soffriva da tempo di problemi respiratori e si stava preparando a un terzo intervento ai polipi nasali. Stanco delle terapie chirurgiche, aveva deciso di affidarsi a pratiche alternative.
“Cercava una cura naturale, era fragile in quel momento”, ha raccontato il padre. “Hanno capito che era la persona giusta da coinvolgere in questo giro”, ha aggiunto la madre con dolore.

Il caso Marangon continua a sollevare interrogativi inquietanti sul mondo dei rituali alternativi e sulle dinamiche psicologiche che possono portare persone vulnerabili a cadere in contesti pericolosi. La famiglia continua a chiedere verità e giustizia.