C'è il video dell'incidente ma l'assicurazione nega il risarcimento alla ciclista
La battaglia di una 54enne urtata da un’auto che l’ha superata a Trevignano, ma per Crédit Agricole la dinamica non è chiara.
Una 54enne di Trevignano è stata urtata da un’auto che l’ha superata e la videocamera del veicolo che seguiva ha filmato tutto, ma per Crédit Agricole la dinamica non è chiara.
C'è il video dell'incidente ma l'assicurazione nega il risarcimento
La compagnia assicurativa nega l’evidenza e non risarcisce neanche di fronte a un video che documenta il sinistro. Occupa sicuramente i primi posti nella classifica dei casi di "mala assicurazione" quello di cui è vittima una cinquantaquattrenne di Trevignano, in provincia di Treviso, che da quasi sei mesi sta portando avanti una strenua battaglia contro Crédit Agricole per far valere le proprie ragioni assieme a Studio3A, che la assiste.
La donna il 15 aprile 2021, alle 16.30, percorreva in bicicletta via Schiavonesca Vecchia per rincasare quando all’improvviso, in prossimità del semaforo all’incrocio con via Treviso e via Feltrina, il manubrio del velocipede e il suo braccio sinistro sono stati urtati dallo specchietto retrovisore laterale destro e dalla fiancata destra di una Renault Clio condotta da R. G., anche lui dei posto, che sopraggiungeva da dietro nella sua stessa direzione, da Volpago del Montello verso Signoressa, e che l’ha superata.
La testimone
Nonostante il violento colpo, la cinquantaquattrenne è riuscita miracolosamente a mantenersi in sella alla bici ma ha sbandato pericolosamente verso sinistra sfilando a pochi centimetri dalla vettura che seguiva la Clio e finendo nella corsia opposta, da dove per fortuna non provenivano altri veicoli.
Dell’impatto si è ben reso conto anche il conducente dell’utilitaria, che infatti si è fermato e ha accostato a destra, ma l’uomo solo dopo ripetute insistenze da parte della malcapitata, che lo aveva subito avvicinato per fargli presente l’accaduto, è sceso dalla vettura e ha fornito i suoi riferimenti, rifiutandosi peraltro di compilare la constatazione amichevole. Fortuna ha voluto che la conducente della macchina che seguiva la Clio non solo abbia visto tutta la scena, fermandosi a sua volta a soccorrere la ciclista e fornendo la sua puntuale testimonianza, ma che il veicolo fosse anche dotato di videocamera che ha immortalato il sinistro.
Una fonte di prova provvidenziale perché, pur non essendo caduta, la signora a causa dell’urto ha subito una bella “botta”, ha presto iniziato ad avvertire dolori al collo e nella zona lombare e si è dovuta recare per le cure del caso al Pronto Soccorso dell’ospedale di Montebelluna, dove, dopo i vari accertamenti, le hanno puntualmente riscontrato un trauma discorsivo cervicale e lombare, per una prognosi iniziale di una settimana, poi prolungata di ulteriori tre. Senza contare i danni materiali all’orologio di marca che portava al polso sinistro.
Il fascicolo "a prova di bomba" non è bastato...
Per essere risarcita, dunque, attraverso il responsabile della sede di Treviso, Diego Tiso, la ciclista si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento anni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito chiesto, appunto, i danni alla compagnia assicurativa della Clio, Crédit Agricole, inviando un fascicolo “a prova di bomba”, con allegato anche il video dell’incidente, la dichiarazione della testimone, le foto del manubrio della bicicletta, da cui si potevano chiaramente desumere le tracce dell’urto con la macchina, oltre ovviamente a tutto il resto della documentazione, a partire da quella medica, e alla querela di parte che la danneggiata è stata costretta a sporgere presso la stazione dei carabinieri di Montebelluna.
Sembrava una formalità, anche perché si parla di poche migliaia di euro, e invece la compagnia ha incredibilmente denegato il risarcimento, asserendo che dal video non sarebbe “possibile risalire all’esatta dinamica dell’incidente e all’eventuale punto di contatto tra l’auto e la bici” e arrivando anche a concludere che le lesioni subite dalla donna “non sono conseguenza diretta del sinistro”. Una risposta, quella di Crédit Agricole, che ha lasciato basiti e che si spera possa essere rivista al più presto, perché sarebbe davvero il colmo dover andare per le vie legali anche in una circostanza come questa.