Mobilità sostenibile

Ciclopolitana Treviso, Calesso: "Solo un'operazione di maquillage, serve ben altro"

L'esponente di Coalizione Civica per Treviso critico sul progetto di mobilità presentato dal sindaco: "Servono soldi, ZTL, scelte chiare, non chiacchiere".

Ciclopolitana Treviso, Calesso: "Solo un'operazione di maquillage, serve ben altro"
Pubblicato:

Ciclopolitana? "Per la mobilità ciclabile servono soldi, ZTL, scelte chiare su viabilità, non chiacchiere".

La critica

Sul progetto della "Ciclopolitana" presentato dal sindaco, Mario Conte, arriva immediato il contrappunto dell'esponente di Coalizione Civica per Treviso, Luigi Calesso.

"La vicenda della “ciclopolitana” comincia ad assomigliare a quella (di un passato non ancora troppo lontano) delle molteplici inaugurazioni del museo di Santa Caterina a cui seguiva invariabilmente una nuova ripresa dei lavori. Anche per la “rete di piste ciclabili”, infatti, non siamo certo al primo atto: la annunciava a fine aprile dello scorso anno il Sindaco Conte, annunciando la presentazione di un progetto entro i venti giorni successivi. I tempi si sono “leggermente” allungati ma a un progetto siamo arrivati".

"Solo un'operazione di maquillage"

"Che tipo di progetto però?", prosegue Calesso.

"Basta pensare alle risorse stanziate (80.000 €) per capire che si tratta di una operazione di maquillage o poco più. La cartellonistica che indica i percorsi ciclabili è sicuramente utile, ma non è certo l’elemento strategico per favorire la mobilità ciclabile in città. Anche messa in sicurezza delle piste ciclabili finora rappresentate solo da una striscia gialla sull’asfalto, ad esempio, richiede sicuramente investimenti più cospicui. Per favorire concretamente l’utilizzo quotidiano della bicicletta, inoltre, è necessaria una politica nuova della mobilità, servono scelte nette a favore di chi usa la bici, decisioni chiare perché l’autoveicolo non abbia più la priorità sulle strade cittadine. 

Le contro proposte

Queste sono alcune proposte concrete su cui stanno lavorando in Italia associazioni dei ciclisti, comuni, gruppi ambientalisti, misure concretamente attuabili dalle amministrazioni cittadine disponibili a mettere l’utilizzo dell’autoveicolo privato in secondo piano rispetto a quello della bici.

  1. E’ necessario che le strade a senso unico (in tutte le situazioni in cui è possibile) diventino a doppio senso solo per i ciclisti: in questo i percorsi diventeranno più brevi per chi utilizza la bicicletta rispetto a chi usa l’autoveicolo.
  2. Vanno ampliate le Zone a Traffico Limitato in cui è possibile l’utilizzo delle bici e non quello degli autoveicolo: anche in questo modo sarà più rapido raggiungere i luoghi di lavoro o i negozi con la bici che non usando l’auto, dovendola parcheggiare ancora lontano dal luogo di destinazione.
  3. Vanno estese le zone in cui gli autoveicoli possono circolare a una velocità massima di 30 km/h e, possibilmente, create anche aree con il limite dei 10 km/h: ciò renderà più sicuro il transito per ciclisti, pedoni, cargo-byke, anziani, bambini, carrozzine.
  4. Va creata ai semafori un’area di attesa preferenziale per i ciclisti che non dovranno più incolonnarsi a fianco o dietro alle automobili, ma potranno farlo davanti agli autoveicoli e potranno quindi ripartire in tutta sicurezza a semaforo verdi.
  5. Il “bonus-mobilità” (contributi) per i cittadini va esteso a tutti coloro che utilizzano la bici per gli spostamenti di lavoro, siano essi per raggiungere il luogo di lavoro che per la consegna o il ritiro di merci o lo svolgimento di servizi.
  6. Va creata nella città medievale un’area protetta in cui il servizio di consegna delle merci di piccolo volume possa essere effettuato solo con le cargo-Byke.
  7. L’amministrazione si impegni ad avviare un percorso per arrivare a un “Piano degli orari” della città che permetta di contenere la domanda di mobilità lavorativa e commerciale e, soprattutto, i suoi picchi orari. La differenziazione degli orari di attività economiche e uffici diminuirà il traffico veicolare rendendo più sicuro il transito dei ciclisti. E’ un percorso lungo ma di cui l’amministrazione cittadina può farsi promotrice coinvolgendo associazioni delle categorie produttive, sindacati dei lavoratori e tutti gli altri soggetti che possono dare un contributo al successo del progetto.

E Calesso conclude:

"Una sfida come quella della mobilità ciclabile non si affronta con dei “rattoppi” o degli interventi “estetici”, richiede – invece – scelte coraggiose e nette, altrimenti rischiamo che tra un anno ci verrà nuovamente presentata la “ciclopolitana” come grande novità (e sarà almeno la terza volta) ma saremo di nuovo di fronte a un contenitore dal nome altisonante ma dallo scarsissimo contenuto".

Seguici sui nostri canali