Coldiretti, un nuovo codice dei reti per punire la "fabbrica dei tarocchi"
Lezione di diritto agroalimentare, lunedì 9, al corso di Giurisprudenza di Treviso.
Coldiretti, un nuovo codice dei reti per punire la "fabbrica dei tarocchi". La contraffazione è un malaffare che fattura cento miliardi di euro. Il valore è destinato ad aumentare se si considerano le recenti manovre della politica americana perseguita da Trump che, applicando super dazi ai prodotti ambasciatori dell’agroalimentare nazionale, favoriranno il fenomeno dell'italian sounding. 'Nella rete della vertenza internazionale – spiega Alberto Bertin dell'Area legale di Coldiretti che lunedi 9 dicembre prossimo terrà una lezione agli studenti del corso di giurisprudenza di Treviso - sono finiti dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, il Gorgonzola, i salumi, agrumi, succhi e liquori specialità innocenti se si pensa che a provocare tutto è stata una disputa interna al settore aereonautico che coinvolge l'americana Boeing e l'europea Airbus'. 'Il Made in Italy deve fare i conti con trattati mondiali spregiudicati, accordi commerciali penalizzanti che alimentano la fabbrica del tarocco. E' qui che si infiltrano le agro mafie con l'obiettivo di imbrogliare consumatori su origine e qualità provocando un danno alle aziende immane. La Regione del Veneto ha cercato di difendere i marchi veneti grazie alla collaborazione con l'Osservatorio nazionale sulla criminalità agroalimentare promuovendo nuove forme legislative per la tutela del patrimonio enogastronomico locale aggiungendo alle misure anche la prevenzione degli episodi malavitosi come i casi di caporalato.
Costante il presidio dell'ex Procuratore GianCarlo Caselli presidente della Fondazione di Coldiretti per una riforma del codice dei reati che preveda forme non solo sanzionatorie ma pene per chi attenta alla salute pubblica e all'ambiente.
A corredo dell’intervento formativo anche testimonianza diretta di Katy Mastorci, presidente provinciale di Donne Impresa di Coldiretti Treviso, laureata in Biotecnologie mediche, che dopo aver lavorato per anni nella ricerca oncologica, ha deciso di allevare pecore e intraprendere a Fregona, con il marito Manuel, l’attività agricola specializzando l’azienda in viticoltura e l'allevamento biologico.