Confartigianato Imprese Vittorio Veneto: "Rabbia rischia di andare fuori controllo"
La notizia di dover tener chiuso fino al primo giugno è stato un duro colpo che ha lasciato un segno profondo nel morale di tanti imprenditori.
Servizi alla persona: profondo sconforto nella categoria.
Così non va
Ha prodotto profondo sconforto nella categoria dei servizi alla persona il calendario delle aperture presentato domenica sera dal Presidente del Consiglio. La notizia di dover tener chiuso fino al primo giugno è stato un duro colpo che ha lasciato un segno profondo nel morale di tanti imprenditori. Nel raccogliere la rabbia e la disperazione di acconciatori ed estetiste, Confartigianato Imprese Vittorio Veneto, come sempre, sta facendo da portavoce della categoria presso le sedi opportune affinché il grido di allarme arrivi forte e chiaro.
Il segretario Tonon: "Un doppio colpo"
“Le testimonianze che abbiamo raccolto -dice il Segretario dell’Associazione Antonio Tonon- raccontano di un doppio colpo: uno riguarda le tempistiche imposte per le aperture, ritenute impraticabili; l’altro la forte sensazione che siano stati usati due pesi e due misure rispetto ad altre situazioni”.
Il presidente Maset: "Rabbia rischia di andare fuori controllo"
“I nostri colleghi sono allo stremo -sostiene il Presidente Enrico Maset- dopo due mesi di chiusura, e sentirsi dire che questa situazione dovrà durare più di un altro mese ha generato una rabbia che rischia di andare fuori controllo. Chiediamo che si smetta di fare sempre affidamento sulla capacità di tenuta e di sopportazione degli artigiani perché in questo caso la pazienza sta raggiungendo il limite.”
Nella categoria poi c’è la netta sensazione di essere stati penalizzati rispetto ad altre realtà meno attrezzate. La categoria dei servizi alla persona è infatti da sempre particolarmente attenta all’igiene: sanificazione degli attrezzi di lavoro, sostituzione dei lavabili ad ogni cliente, utilizzo di strumenti monouso o sterilizzati, uso di guanti e mascherine sono prassi consolidate e la rendono la più attrezzata e pronta a ripartire in sicurezza.
“Allora perché -ci chiedono- noi dobbiamo aspettare il primo giugno mentre invece gli sport di squadra possono riprendere gli allenamenti il 18 maggio? Lo chiediamo anche noi: speriamo qualcuno ci risponda, anzi, scambi le date”
Un'ultima questione preoccupa nelle sede dell’Associazione Vittoriese. In questo periodo di saloni chiusi si è diffuso ancor più il fenomeno dell’abusivismo, aggiungendo alla scorrettezza concorrenziale il rischio sanitario. Ed allora che cosa è meglio, un salone aperto o un abusivo per strada?
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