Decessi Covid in Case di riposo della Marca, Zanoni: "No scaricabarile, accertare responsabilità"
Sulla gestione dell'emergenza in alcune strutture trevigiane, a Conegliano in particolare, interviene il consigliere regionale del PD.
Coronavirus nella Marca e nelle strutture per anziani: "Rispetto per i familiari delle vittime e i lavoratori".
L'intervento del consigliere regionale del PD
“Su quanto accaduto nelle Rsa del Veneto non accettiamo alcun scaricabarile: vanno chiarite le responsabilità. Lo dobbiamo anzitutto ai familiari delle vittime, a chi ancora sta lottando contro la malattia, e a chi lavora nelle strutture. I numeri in tutta la provincia di Treviso, la più colpita dopo Verona e Padova, sono pesanti: 58 morti riconducibili a Covid-19”.
È quanto chiede il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, “preannunciando anche un’interrogazione alla Giunta sulla struttura di Conegliano, su cui c’è un’indagine della Procura di Treviso, e le altre residenze per anziani della Marca in cui il contagio è particolarmente elevato. In particolare inquieta la situazione della Casa di riposo F. Fenzi, dove i conti non tornano”.
"I conti non tornano..."
E il consigliere regionale dem prosegue:
“Secondo l’Azienda Ulss 2Marca trevigiana, i decessi per Covid-19 presso la Casa di riposo F. Fenzi sarebbero sette, ma nei primi quindici giorni di aprile ci sono state ben venticinque vittime. Il primo caso – osserva il consigliere - risale al 20 marzo u.s. e la direzione fa sapere, di aver chiesto un intervento della task force dell’Azienda Ulss 2 Marca trevigiana, senza però ricevere risposta. Solo a partire dal 26 marzo u.s., in seguito ad altre quattro morti, è stato deciso di bloccare i nuovi ingressi di ospiti nella struttura, mentre i primi tamponi, sono stati effettuati il 29 marzo u.s. con gravissimo e colpevole ritardo, salvo sospenderli tre giorni dopo per mancanza di reagenti”.
"Ritardi evidenti"
“Le reiterate richieste di completare i test, fornire dispositivi di protezione individuale e reperire personale, sono rimaste a lungo inascoltate. È evidente che ci siano stati dei ritardi, con conseguenze pesanti, tant’è che ora su 184 ospiti ben 100 sono positivi. Non fare subito i tamponi - sottolinea Zanoni - ha comportato il tenere assieme pazienti contagiati e non, permettendo al coronavirus di farsi strada indisturbato. È doveroso capire com’è stato possibile, e a chi imputare le responsabilità”.
E infine Zanoni conclude:
“Non si tratta di una casualità – conclude Andrea Zanoni - poiché molte strutture sono risultate immuni al contagio da Covid-19. La magistratura farà il proprio lavoro, ma la Regione, oltre alle dirette TV deve aprire come minimo un’indagine accurata. Lo dobbiamo ai nostri anziani, ai loro familiari, al personale delle strutture e soprattutto alle povere vittime”.