Disturbi alimentari: "Con la pandemia aumentano le situazioni gravi"
Il parere della responsabile del Centro Provinciale (CDP) dell’Ulss 2 che raggruppa i servizi dedicati ai disturbi alimentari, dottoressa Francesca Fontana.
Lunedì prossimo 15 marzo 2021 è la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sul tema
Disturbi dell’Alimentazione (DA).
Disturbi alimentari, il punto con la dottoressa Fontana
Lunedì prossimo 15 marzo 2021 è la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sul tema
Disturbi dell’Alimentazione (DA) che comprendono anoressia, bulimia, Binge Eating Disorders e nuove forme tra cui ad esempio la vigoressia o l’ortoressia.
“Il cambiamento epidemiologico del 2020, segnato pesantemente dalla pandemia - sottolinea la responsabile del Centro Provinciale (CDP) dell’Ulss 2 che raggruppa i servizi dedicati ai disturbi alimentari, dott.ssa Francesca Fontana – ha visto un aumento sia dei contatti, con 176 accoglienze telefoniche, sia delle prime visite (188, +50 rispetto all’anno precedente)".
"Il 53% delle prime visite ha riguardato minorenni, con un abbassamento dell’età anche al di sotto dei 14 anni (11–12 anni). Il 94% è rappresentato da ragazze, il 6% da maschi (12), quasi tutti minorenni. Il dato più preoccupante del 2020 - sottolinea Fontana - è un aumento della gravità clinica all’esordio, con necessità di rapidi inserimenti presso il Centro Diurno di Treviso e di ricoveri salvavita già al primo accesso: nel 2020 abbiamo avuto 29 inserimenti rapidi, di cui il 37% (pari a 11 casi) di minori e 48 ricoveri, 23 dei quali (pari al 48%) nel reparto di pediatria".
La pandemia come evento critico
Complessivamente il Centro Provinciale, comprendente una rete interdipartimentale di servizi (DSM, IAF, Nutrizione Clinica) coordinata dal Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Treviso, ha circa 450
utenti in trattamento, con una media di circa 120-130 nuovi casi/anno di cui il 30% minorenni e più del 50%
nella fascia d’età tra i 14 e i 24 anni.
"L’anoressia nervosa – ricorda la dott.ssa Fontana - è la patologia con il più alto tasso di mortalità tra i disturbi psichiatrici e i DA rappresentano la seconda causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. In Italia ne sono colpiti almeno 3 milioni di persone e il fenomeno costituisce una vera e propria epidemia sociale. La pandemia rappresenta un evento critico per tutta la popolazione, coinvolgendo tutti gli aspetti sociali sanitari, economici, lavorativi, scolastici. I giovani in particolare hanno risentito molto di tale cambiamento socio-relazionale. L’isolamento sociale, il non poter uscire con amici anche per fare sport, la condivisione stretta degli spazi di casa, ha accentuato il senso di insoddisfazione, ansia e insicurezza, favorendo nei soggetti a rischio, il bisogno di controllo per sostenere il “proprio senso di competenza”.
Le azioni del Centro provinciale dei Disturbi alimentari
La mancanza di progettualità e le difficoltà relazionali si sono tramutate in un bisogno di concentrarsi sul cibo e sul corpo, favorendo sia restrizioni/eccessi alimentari con l’obiettivo iniziale di mangiare più sano e di calare di peso o di gestire l’ansia, sia l’iperattività motoria con ore di ginnastica, per migliorare il proprio corpo e vincere il senso di passività.
"Quello che ha sorpreso - osserva ancora la dott.ssa Fontana - è come il lockdown si sia manifestato come evento stressante in questi adolescenti, anche ragazzi, slatentizzando una vulnerabilità di base, in un modo sorprendentemente simile con repentino calo di peso (anche 10-18 kg in 2-3 mesi) presentandosi subito come condizione grave che richiedeva valutazione e intervento urgente"
Per dare supporto alle persone con DA, la scelta del Centro Provinciale dei Disturbi alimentari dell’Ulss 2, condivisa con il direttore del dipartimento di salute mentale, dottor Leonardo Meneghetti, e con la Direzione Generale, è stata quella di proseguire l’attività clinica anche durante la pandemia garantendo tutti i livelli di assistenza di cura, a partire dal trattamento ambulatoriale fino al ricovero ospedaliero, centralizzando le attività presso il Centro di Treviso.
"È stata garantita l’attività ambulatoriale di primo accesso in presenza, e sono continuati i trattamenti delle persone già in carico, ove clinicamente possibile, anche in modalità telematica. Sono stati attivati anche dei gruppi psicoterapici on line, così come i colloqui con i familiari. Per la gestione dei ricoveri fondamentale la collaborazione con il reparto di Pediatria dell’ospedale Cà Foncello diretta dal primario dr. Martelossi, e con l’Unità di Nutrizione Clinica diretta dal dr. Paccagnella. Al fine di garantire supporto ottimale ai pazienti è stato mantenuto aperto anche il Centro Diurno per i DA di Treviso per le situazioni gravi al fine di ridurre il rischio di ulteriori peggioramenti e di ricoveri secondari. Le attività del Centro, tuttora in corso, comprendono i pasti assistiti, la possibilità di frequentare le lezioni in Dad, l’attività educativa e psicoterapeutica e i laboratori esterni con i Maestri d’Arte, ripresi al termine del “primo lockdown”.
Nonostante le difficoltà il percorso di cura ha sempre compreso anche il coinvolgimento delle famiglie. Anche per l’area riabilitativa residenziale (Cooperativa Insieme si può Centro futuro Insieme, in rete con i servizi dell’Ulss) seppure con le limitazioni necessarie, si è mantenuta la possibilità di nuovi inserimenti e sono proseguiti i percorsi in essere.
Inoltre alla ripresa della scuola a settembre, è stato intensificato il progetto con gli Istituti Scolastici Superiori della Marca per modulare il percorso di studi del paziente a seconda delle esigenze cliniche, sensibilizzando il mondo della scuola alla complessità del DA e favorendo la conoscenza dei Servizi specialistici per i DA da parte di insegnanti e studenti, in modo da facilitarne il processo di cura. Si è mantenuta e sviluppata anche la collaborazione con l’Associazione per i Familiari l’Abbraccio, che ha permesso il coinvolgimento di nuove famiglie nei gruppi di auto-muto aiuto e ha consentito di ampliare l’offerta dei laboratori esterni con i Maestri d’Arte.