crisi dell'elettrodomestico

Esuberi Electrolux, fissata la data del confronto tra la multinazionale e il ministero

Sarà il 12 marzo 2024 il confronto diretto tra la multinazionale svedese e il ministero delle Imprese e del Made in Italy

Esuberi Electrolux, fissata la data del confronto tra la multinazionale e il ministero
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Si è tenuta ieri, giovedì 22 febbraio 2024, la prima convocazione al tavolo permanente a Roma sul settore dell’elettrodomestico italiano richiesta dal Coordinamento nazionale del comparto di Fim, Fiom, Uilm per discutere sulla situazione di crisi imponente dovuta a una repentina crescita dei costi e a un contemporaneo calo della domanda.

Crisi dell'elettrodomestico italiano

La crisi ha anche intaccato le principali multinazionali presenti in Italia tra cui Electrolux e Whirlpool, le quali hanno agito attuando misure differenti come investendo begli stabilimenti italiani, la prima, mentre la seconda cedendo le proprie attività europee alla Arcelik turca.

È stato dunque convocato per il prossimo 12 marzo 2024 un confronto diretto tra la multinazionale svedese e il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato. Il tema principale saranno gli esuberi che per la sola Electrolux ammontano a 373, 46 a Susegana.

Infatti è stato ufficializzato il 5 febbraio 2024, il licenziamento di 373 dipendenti dell'Electrolux Italia, dopo il mancato accordo nel vertice che si è tenuto a Bologna. Nel mirino, si contano 199 esuberi tra gli operai, di cui 16 nello stabilimento di Susegana, Solaro 5 esuberi, mentre a Cerreto 13. I numeri maggiori si registrano tra Porcia e Forlì, dove è in corso il contratto di solidarietà, con un calo del personale di rispettivamente 95 e 70 persone.

Anche fra gli impiegati si contano per Susegana 30 esuberi, poi 5 esuberi a Cerreto, 5 Solaro, 73 Porcia, 38 Forlì, 13 Pordenone, 10 sales localizzati prevalentemente in provincia di Milano. Quindi in Italia fra gli impiegati contiamo 174 esuberi. In totale sono 46 i posti di lavoro destinati alla riduzione nello stabilimento trevigiano.

Al tavolo di Roma

Nella giornata di ieri, inoltre, in segno di commemorazione per la tragica morte degli operai avvenuta durante l’incidente sul lavoro a Firenze, hanno incrociato le braccia per due ore nella sede di Porcia. Nel pomeriggio, invece, si è tenuto un presidio in prefettura organizzato dai sindacati chiedendo risposte concrete da parte delle istituzioni che possano far fronte alla situazione di crisi che sta mettendo in ginocchio il settore elettrodomestico italiano.

Al tavolo di Roma, anche l’assessore regionale alle attività produttive Sergio Emidio Bini insieme al sottosegretario Fausta Bergamotto. Tra le imprese italiane del "bianco" si sono presentate le associazioni imprenditoriali di categoria e le organizzazioni sindacali nazionali dei metalmeccanici. L’assessore Bini ha dichiarato che sono giunte alcune rassicurazioni da parte del ministro Urso e del sottosegretario Bergamotto in merito alla prossima convocazione del tavolo specifico Electrolux; ha sottolineato inoltre quanto sia importante affrontare l’emergenza del piano di ristrutturazione anche in via prospettica.

Tale piano andrebbe discusso a livello nazionale con la multinazionale, porgendo maggiore attenzione allo stabilimento di Porcia. Alla radice ci sarebbe un problema riguardante le politiche industriali europee che non consentono aiuti da parte dello stato per le grandi imprese oltre ai fini di Ricerca e Sviluppo.

Queste le dichiarazioni da parte di Fim, Fiom, Uilm in vista dell'incontro:

"Domani chiederemo al Ministro Urso di avviare un confronto fra istituzioni, imprese e sindacati ed avanzeremo alcune proposte concrete: la convocazione di tavoli specifici per Electrolux, per Whirlpool e per le altre imprese in difficoltà, l’utilizzo della Golden Power per tutto il settore, la riforma degli ammortizzatori sociali, eliminandone i vincoli di durata e riducendone i costi, l’adozione di una vera norma anti-delocalizzazione che aumenti le penali delle imprese che chiudono o licenziano unilateralmente (è aperta in tal senso la vertenza con TE Connectivity di Collegno TO, che delocalizza la produzione in Cina licenziando 225 lavoratori), la creazione di strumenti di ricambio generazionale, migliorando gli istituti esistenti del contratto di espansione e dei lavori usuranti, l’incentivazione della R&D specie nella domotica, nonché degli investimenti necessari a riportare le produzioni in Italia, l’introduzione di un sistema di incentivi al consumo subordinato a una presenza in Italia o almeno in Europa e ad una certificazione di responsabilità sociale, la riduzione delle accise sull’energia utilizzata nel processo produttivo, il possibile ingresso dello Stato nel capitale delle società in cerca di acquirenti o di partner, la definizione di piani formativi da svolgere durante la cassa integrazione, al duplice scopo di riqualificare il personale e integrare il reddito.

Domani spiegheremo al Governo che è in gioco la stessa sostenibilità della produzione di elettrodomestici in Italia e che per salvarla urgono misure assai incisive."

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