Falsi tamponi per i Green Pass, chiesto il processo per 32 persone: c'è anche l'ex prefetta Marrosu
L'udienza preliminare è fissata per il 18 dicembre 2024, mentre l'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni, risale al 2022
Tra le 32 persone per le quali la procura di Treviso ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta sui falsi tamponi per il Green pass, c'è anche l'ex prefetto Maria Augusta Marrosu.
Falsi tamponi, l'ex prefetto Marrosu a processo
La procura di Treviso ha richiesto il rinvio a giudizio per 32 persone, coinvolte nella presunta emissione di falsi green pass da parte di un centro medico privato. Tra gli imputati, che il 18 dicembre dovranno comparire davanti al giudice per l'udienza preliminare, figura anche l'ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu.
Secondo l'accusa, gli imputati avrebbero costituito un'associazione a delinquere finalizzata alla produzione di falsi certificati di positività al Covid-19, ingannando così il Ministero della Salute che emetteva i green pass di guarigione.
L'udienza preliminare è fissata per il 18 dicembre 2024, mentre l'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni, risale al 2022.
L'indagine
I fatti contestati risalgono al periodo tra agosto 2021 e gennaio 2022. Tutto è cominciato da un controllo a campione effettuato dai Nas, intenti a verificare la validità dei green pass. Da qui la scoperta: alcuni certificati erano stati firmati da dei professionisti - sempre gli stessi - mentre questi in realtà erano a casa con il Covid. In sostanza venivano effettuati finti tamponi per ottenere dei certificati verdi truffaldini.
L'indagine si è ben presto estesa svelando una pratica assai diffusa che faceva capo al poliambulatorio del quartiere Fiera. Subito erano state infatti sospese tre professioniste - un medico (già direttrice sanitaria della struttura), una biologa e un'infermiera - che prestavano servizio lì. Grave l'accusa formulata dalla Procura di Treviso nei loro confronti: associazione a delinquere. Le verifiche avevano portato all’iscrizione di oltre 60 persone nel registro degli indagati. E tra loro, come detto, spicca il nome dell'ex prefetto di Treviso.