Il documento

Fase 2 Veneto, l'appello social dei musicisti fa breccia a Castelfranco: "Non lasciateci indietro"

Un documento diventato ben presto "virale" sui social per non dimenticarsi di chi lavora nel mondo dell'intrattenimento. E Castelfranco risponde.

Fase 2 Veneto, l'appello social dei musicisti fa breccia a Castelfranco: "Non lasciateci indietro"
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L'appello social, condiviso da molti musicisti castellani tra cui Emilio Zago, per un trattamento dignitoso anche verso chi lavoro nel mondo dell'intrattenimento.

Di loro si parla poco, ma sono tanti e il futuro appare più di altri incerto

Musica, intrattenimento e spettacolo. Ora che la Fase 2 sembra finalmente alle porte - specialmente in Veneto che, più di altre regioni, sta premendo sull'acceleratore - alcune categorie, tra le tante in forte sofferenza, alzano rispettosamente la mano per far sentire la loro presenza e non essere lasciate indietro. Tra queste appunto tutti gli artisti e addetti del variegato mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento. Una testimonianza diventata "virale" sui social e pienamente condivisa da molti musicisti locali tra cui anche Emilio Zago, che vive e lavora(va) proprio a Castelfranco Veneto.

La testimonianza

"Ogni cosa ha il suo tempo ed oggi è ancora il tempo del dolore per chi non c’è più, delle cure ai malati e del sostegno economico, morale e organizzativo da chiedere a gran voce per tutti gli operatori sanitari che sono in prima linea e questa senza dubbio è la priorità - si legge nel documento - Domani però, nel rispetto di tutti, dovremo ripartire e non possiamo permetterci di dimenticare qualcuno, di lasciare indietro centinaia di migliaia di lavoratori senza colpe ed oggi senza prospettive. Stiamo parlando di tutti i musicisti, gli autori, i dee jay, i ballerini, gli operai, i tecnici, i lavoratori specializzati, i professionisti di ogni settore dello spettacolo, i lavoratori senza cassa integrazione, i lavoratori occasionali, tutte le maestranze che lavorano nel mondo della musica e dell’intrattenimento. Stiamo parlando di chi suona la sera nei locali delle vostre città e di chi insegna musica ai vostri figli. Non sono star, ma è gente che lavora e con quel lavoro ci paga ciò che serve per vivere. Gente che, come tutti, ha il diritto di lavorare. E che come tutti ha il diritto ad essere protetto quando, senza alcuna colpa, il lavoro e la dignità vengono messi in pericolo. Di loro, della loro angoscia e del loro disagio economico si parla pochissimo.

Poi il richiamo proprio sulla Fase 2 e sui dubbi per il futuro (nebuloso) di chi lavoro nel campo dell'intrattenimento.

"Il Paese si appresta a definire la Fase 2 e leggiamo ovunque di iniziative, proposte, modalità che consentiranno una graduale, difficile e doverosa ripresa delle attività produttive e commerciali. Ma non leggiamo mai di cosa accadrà ai lavoratori del mondo dell’intrattenimento. Noi artisti che condividiamo con questi lavoratori una parte fondamentale della nostra vita e conosciamo a fondo le difficoltà che stanno attraversando, ci chiediamo: Come potranno reggere ad una emergenza che diventa sempre più lunga? Come potranno vivere dignitosamente senza neanche la prospettiva di poter, un giorno, tornare a fare il proprio lavoro? Cosa succederà agli eventi di questa estate e a quelli programmati nei mesi successivi? Quando potranno tornare a lavorare?

E il documento conclude infine:

"Per questo attendiamo e ci auguriamo:

- che a tutti i lavoratori del settore, per tutta la fase di emergenza venga assicurato un trattamento economico e previdenziale dignitoso

- che sulla falsariga di quanto già fatto in altre nazioni, si definisca il futuro dei prossimi eventi rispettando e garantendo i diritti di tutti.

- che il Governo ascolti le varie associazioni di categoria coinvolte e possa offrire all’intero settore un’ipotesi realistica dei tempi in cui poter tornare a lavorare, con risorse concrete che consentano la ripresa delle attività in condizioni di sicurezza, per i lavoratori e per il pubblico.

Ci auguriamo infine di rivederci presto. In un club, in teatro, nei palasport, negli stadi, nelle arene e nelle piazze. E quando ci rivedremo, il primo applauso sarà dedicato a loro, ai nostri costruttori di sogni. nessuno parla di noi siamo i nuovi i visibili".

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