Femminicidio Ballan, la registrazione che inchioda Fandaj: "Quello che non dovevo fare l'ho fatto"
Le parole pronunciate al telefono dal 41enne accusato di omicidio volontario pluriaggravato "suonano", per gli inquirenti, come una vera e propria confessione
La telefonata choc di Bujar Fandaj al 112 potrebbe avere valore confessorio sull'omicidio volontario pluriaggravato di Vanessa Ballan, avvenuto lo scorso 19 dicembre 2023 a Riese Pio X.
La possibile "confessione" di Bujar Fandaj al 112
"Quello che non dovevo fare l'ho fatto": sarebbero queste le parole pronunciate da Bujar Fandaj nel corso di una telefonata fatta al 112 ad avere valore confessorio per gli inquirenti che indagano sul femminicidio di Vanessa Ballan, avvenuto lo scorso 19 dicembre 2023 a Riese Pio X.
Il 41enne kosovaro che aveva avuto una relazione con la vittima si trova adesso in carcere, accusato di omicidio volontario pluriaggravato. Come ricostruisce il Tgr Veneto, nella telefonata registrata, che risale proprio alla notte della scomparsa della vittima, Fandaj non parla mai di omicidio, ne pronuncia il nome della giovane.
Ma ad inchiodarlo sarebbero proprio quelle parole dette al carabiniere che cercava di convincerlo a consegnarsi. Questa la tesi della Procura, mentre i legali dell'uomo hanno espresso dubbi sul valore della telefonata.
L’interrogatorio il prossimo 30 gennaio 2024
Fandaj, che finora si è avvalso della facoltà di non rispondere, potrebbe raccontare la propria versione dei fatti a fine mese: l'interrogatorio è fissato per il 30 gennaio 2024.
Su di lui già raccolti numerosi indizi di colpevolezza: il movente passionale, l'arma del delitto, il martello usato per sfondare la porta di casa di Vanessa, il video in cui lo si vede entrare in giardino e una denuncia per stalking che la donna aveva presentato.
Lo scorso 11 gennaio 2024 la difesa aveva abbassato le armi, ritirando la richiesta di scarcerazione del 41enne impugnata precedentemente davanti al Tribunale del riesame di Venezia, essendo sorta, a detta dei legali di Fandaj, la necessità di tutelare maggiormente la riservatezza della fase processuale in corso.