Gli imprenditori trevigiani del vino chiedono interventi immediati per salvare i posti di lavoro
A rischio anche la vendemmia 2020, perché la manodopera straniera non c'è più.
“Siamo ormai al limite, ma non solo per noi produttori… parlo anche per tutti i ristoratori che hanno sicuramente avuto una perdita ingente con due mesi di fermo”.
Per gli imprenditori trevigiani la produzione di prosecco non si ferma. Ma i prossimi mesi per il settore si prevedono difficili: il lockdown dovuto alla pandemia da coronavirus per le aziende venete del vino si traduce in una perdita del 25% del fatturato a causa della chiusura di bar, ristoranti, enoteche, alberghi e agriturismo.
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L’export e la grande distribuzione reggono, ma se la ripartenza slitterà oltre il mese di maggio i bilanci delle aziende subiranno perdite ingenti.
“Per fortuna c’è la grande distribuzione, la nostra azienda sta lavorando, ma non può compensare quello che si perde con la ristorazione…”.
Gli imprenditori veneti del vino chiedono interventi
Dei 650mila ettari a vigneto nazionali, 100mila sono in Veneto: la regione produce più del 25% dei 46 milioni di ettolitri imbottigliati ogni anno in Italia. La liquidità delle aziende inizia a scarseggiare e gli imprenditori veneti del vino chiedono interventi immediati per salvare i posti di lavoro.
A rischio anche la vendemmia 2020, perché la manodopera straniera non c’è più in quanto molti lavoratori sono rientrati nei Paesi di origine. Gli imprenditori assicurano:
“Sopperiranno con le nostre forze, ritornando al concetto di vendemmia familiare”.
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