agriturismi trevigiani

In crisi 250 agriturismi trevigiani a causa del nuovo Dpcm

A dura prova le feste Natalizie, di Santo Stefano e Capodanno, prevedendo uno stop agli spostamenti tra comuni e una crisi per le aziende agricole

In crisi 250 agriturismi trevigiani a causa del nuovo Dpcm
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Il nuovo Dpcm mette a dura prova le feste Natalizie, di Santo Stefano e Capodanno, prevedendo uno stop agli spostamenti tra comuni, oltre a far emergere una situazione di crollo anche nelle strutture agrituristiche venete.

Nella Marca Trevigiana

La situazione a Treviso per le imprese agricole non è positiva, considerando che 250 imprese svolgono attività in questo settore e risentono di una forte crisi. In tutto il Veneto sono 1500 le realtà dislocate sul territorio regionale, il 17% delle quali in area montana, il 37,2% in collina e il 45,8% in pianura. L'allarme è lanciato da Coldiretti di Treviso, che considera però anche tutto il territorio del Veneto nella stessa situazione, evidenziando che la maggior parte delle aziende in questione offrono ristorazione e alloggio, sono situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi.

Coldiretti

Le misure messe in atto nel nuovo DPCM  limitano gli spostamenti per le feste di fine anno mettono a repentaglio un settore che presenta un’opportunità per le famiglie di godere di spazi ampi in mezzo alla natura senza il rischio di assembramenti. Coldiretti si sente di denunciare una simile imposizione, considerando che gli agriturismi sono situati in aree isolate dentro strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola, quindi potrebbe essere dei luoghi che garantiscono estrema sicurezza, e un modo per variare dal solito ambiente quotidiano almeno durante le festività.

I dati riportati da un'analisi di Coldiretti

Registrato lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 secondo l'Inail in Italia che riguarda l’agricoltura dove peraltro i mesi estivi e autunnali sono i più attivi con la raccolta di frutta, ortaggi, olio e la vendemmia. Secondo un dato complessivo si può confermare che la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne.

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