Influenza aviaria, maxi focolaio in un allevamento trevigiano: 49mila galline da abbattere
Un caso che si inserisce in un contesto già ad alto rischio per la presenza del virus negli uccelli selvatici e negli allevamenti avicoli nel nord Italia.
Un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità si è verificato ieri, giovedì 27 ottobre 2022, in un allevamento di circa 49mila capi di galline ovaiole nel territorio comunale di Volpago del Montello, in provincia di Treviso.
Focolaio di influenza aviaria in un allevamento di galline Trevigiano
Il focolaio si inserisce in un contesto ad alto rischio per la presenza del virus negli uccelli selvatici (16 isolamenti del virus nelle regioni del nord Italia) e negli allevamenti avicoli (sette focolai con interessamento, oltre a Treviso, delle province di Verona, Ferrara, Bologna, Cremona e Pavia).
Tra le altre cose, in provincia di Treviso, circa un mese fa, era già stato individuato un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di dimensioni ridotte, di circa 700 capi, nel territorio comunale di Silea.
Alla luce dei campionamenti eseguiti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che ieri sera hanno dato esito positivo per influenza aviaria ad alta patogenicità, si è riunita l’Unità di Crisi della Regione Veneto, cui hanno partecipato l’Ulss 2 Marca trevigiana e l’IZS. Il Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 2 ha già emanato il dispositivo di abbattimento degli animali che si realizzerà con procedura di urgenza.
È inoltre in corso l'emanazione della determina con cui verranno imposte le regole da tenersi nella zona di protezione (entro il raggio di 3 km dal focolaio) e in quella di sorveglianza (entro il raggio di 10 km). La zona è caratterizzata da una bassa densità di allevamenti avicoli: 10 allevamenti avicoli sono presenti nei 10 chilometri e solamente 2 sono nella zona di protezione (3 km).
In collaborazione con l'istituto Zooprofilattico delle Venezie è in corso l'indagine epidemiologica allo scopo di chiarire come il virus sia entrato nell'allevamento, se dall'avifauna selvatica o per trasmissione diretta all'interno della filiera o tramite movimentazione di mezzi e/o di persone. L’unità di Crisi fa appello ai proprietari di allevamenti, anche piccoli o familiari che si trovino nei 10 km dal focolaio, di segnalare immediatamente ai Veterinari dell’Ulss l’eventuale verificarsi di mortalità anomala.