Contro la criminalità organizzata

Interdittiva antimafia per un'azienda di Treviso che aveva rapporti con la 'ndrangheta

Il provvedimento riguarda una ditta individuale che opera nel commercio online di auto e moto nuove e usate riconducibile al 36enne Yassine Lemfaddel

Interdittiva antimafia per un'azienda di Treviso che aveva rapporti con la 'ndrangheta
Pubblicato:
Aggiornato:

Nei giorni scorsi il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, ha emesso la prima interdittiva antimafia del 2024 in provincia nei confronti di una ditta individuale che opera nel settore del commercio online di auto e moto nuove e usate, il cui titolare è Yassine Lemfaddel, 36enne di origini marocchine, nato a Taurianova (provincia di Reggio Calabria) e da anni residente nel Trevigiano.

Interdittiva antimafia per un'azienda di Treviso

A specificare il motivo dell'interdittiva antimafia è una nota della Prefettura di Treviso:

"Il provvedimento è stato adottato a seguito degli accertamenti, condotti dal Gruppo Interforze che opera in prefettura, che hanno permesso di appurare la contiguità del titolare della ditta con la locale di ‘ndrangheta operante in Trentino Alto Adige.

L’adozione dell'interdittiva conferma la massima attenzione della prefettura e delle Forze di polizia nell’attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata, a tutela della legalità nel tessuto economico trevigiano".

Yassine Lemfaddel aveva recentemente presentato richiesta di licenza per la sua azienda. L'iscrizione a registro d'impresa è stata poi inoltrata come da prassi al gruppo Interforze composto da Dia di Padova, Questura di Treviso, comando provinciale dell'Arma e comando provinciale della Guardia di Finanza. Dagli accertamenti è emerso così un legame con le cosche mafiose calabresi che operano in Trentino.

Arrestato nel 2020 per traffico di droga

La figura di Yassine Lemfaddel non è la prima volta che ha a che fare con la giustizia. Nel 2020, infatti, quando aveva 32 anni, era stato arrestato nell'ambito dell'operazione antimafia Freeland condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento. Le indagini avevano permesso di fare luce su un'associazione a delinquere di stampo mafioso e finalizzata al traffico di stupefacenti, concorso esterno in associazione mafiosa, sequestro di persona, estorsione, spaccio di eroina e cocaina.

L'operazione aveva consentito di scoprire la presenza sul territorio trentino - in particolare a Bolzano - di una 'ndrina collegata direttamente, secondo gli inquirenti, alle principali cosche calabresi di Platì, Natile e Delianuova, di diretta emanazione del clan Italiano-Papalia. A quel punto è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Marco La Ganga verso venti persone tra cui anche Yassine Lamfaddel.

L'attività principale della cosca "locale" di Bolzano ha riguardato il traffico di droga, in particolare di cocaina, immessa ogni mese dalla Calabria.

Seguici sui nostri canali