Laboratori tessili degli orrori, scoperti lavoratori in nero e clandestini
Interessate 4 aziende manifatturiere del trevigiano con sede tra i Comuni di Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco

Nei giorni scorsi, in provincia di Treviso, tre laboratori sono stati sequestrati, quattro persone denunciate e due lavoratori extracomunitari irregolari espulsi dall'Italia, nell’ambito di mirate attività ispettive volte alla tutela del “Made in Italy”, della sicurezza e il benessere dei lavoratori ed il contrasto alla concorrenza sleale a tutto svantaggiando di operatori economici onesti e rispettosi delle regole.
L'efficacia del controllo integrato
Nei loro controlli, le Fiamme Gialle si sono fatte supportare da S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro, A.R.P.A.V. e Vigili del Fuoco oltre che dai Comuni interessati alle verifiche.
A questo metodo di controllo integrato, risultato molto efficace, sono state interessate 4 aziende manifatturiere del trevigiano con sede tra i Comuni di Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco.
Amministratori e lavoratori stranieri. Committenti locali.
In tre dei quattro laboratori controllati, sono state accertate condizioni di assoluto degrado e pericolo quanto a impiego di lavoratori clandestini, ripetute violazioni delle norme urbanistiche e della gestione dei rifiuti.
Le irregolarità sono apparse così gravi da indurre i finanzieri del Gruppo di Treviso a sequestrare d’urgenza tre immobili e le relative attrezzature, ottenendo la convalidata del loro operato da parte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale.
Gli amministratori delle quattro imprese, tutti stranieri, che "operavano su commesse ricevute da imprese locali", sono stati segnalati alla Procura di Treviso, vuoi per violazione alle norme antincendio ed infortunistiche, vuoi per il deposito incontrollato di rifiuti, la esecuzione di opere edili abusive, l'impiego di manodopera clandestina o le scarse condizioni igieniche dei siti.
Le irregolarità riscontrate, nel particolare
Nell'unico laboratorio non tessile, ma destinato alla produzione di imballaggi di carta, è stata accertata l’assenza dell’autorizzazione prevista per l’emissione di sostanze nocive e tossiche legate all’utilizzo di mastici e colle.
Passando poi alla materia urbanistica, è emerso che uno dei due laboratori tessili ispezionati, era situato in un garage nel Comune di Quinto di Treviso.
Il laboratorio nel garage
Nel laboratorio, sempre tessile, di Zero Branco, invece, sono state rinvenute tre camere da letto abusive.
All’interno del laboratorio di packaging di Istrana, sempre quanto a permessi urbanistici, è stata constatata la presenza di tre stanze da letto e una cucina: insomma, anche qui, una destinazione d'uso diversa da quella autorizzata.
Nel corso delle ispezioni come sopra sintetizzate, sono stati identificati due lavoratori irregolari e privi del permesso di soggiorno, cosa che è valsa al datore di lavoro una denuncia per impiego di manodopera clandestina ed ai lavoratori, l'immediato provvedimento di espulsione da parte dell'Ufficio Immigrazione della Questura trevigiana.
Da un approfondimento effettuato sulla posizione tributaria di uno dei due laboratori tessili sequestrati, si è accertato che nella stessa sede, dal 2013, altre tre aziende avevano gestito l'attività senza adempiere ad oneri fiscali per oltre 500 mila euro.
Il sistema antitasse
Si tratta di un esempio lampante di imprese “apri e chiudi” che, senza aver mai pagato una tassa, prima della presentazione della denuncia dei redditi, chiudono o trasferiscono personale e macchinari in altra azienda costituita allo stesso fraudolento scopo.
Il cambio di denominazione e partita IVA assicurerebbe, la continuazione dei rapporti con clienti e fornitori, minimizzando le possibilità di essere intercettati dalle azioni repressive della Guardia di Finanza o degli altri organi ispettivi.