L'imprenditore cinese si "dimentica" di versare le imposte: sequestrati immobili, auto e denaro per 600mila euro
Il provvedimento al termine di un’indagine che ha preso le mosse da una serie di verifiche fiscali, svolte nei confronti di tre imprese dell’opitergino, attive nella fabbricazione di poltrone e divani.
Imprenditore cinese non versa le imposte: sequestrati immobili, auto e denaro per 600mila euro.
L'imprenditore cinese si "dimentica" di versare le imposte
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno dato esecuzione a un provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Treviso su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stato disposto il sequestro di beni mobili e immobili nei confronti di un imprenditore 43enne di origine cinese che, tra il 2015 e il 2018, ha omesso il versamento delle imposte sui redditi e dell’I.v.a.
L’intervento, eseguito nei giorni scorsi dai finanzieri della Tenenza di Oderzo, ha consentito di apporre i sigilli a due immobili a uso abitativo, con relative pertinenze adibite a laboratori, un’autovettura di alta gamma e un furgone, oltre alle disponibilità dei saldi di conto corrente, per un valore complessivo di circa 600.000 euro.
L'indagine
Il provvedimento giunge al termine di un’indagine che ha preso le mosse da una serie di verifiche fiscali, svolte nei confronti di tre imprese dell’opitergino, attive nella fabbricazione di poltrone e divani e riconducibili al cinese, nel cui ambito era emersa una rilevante frode fiscale.
L’imprenditore cinese, regista occulto del meccanismo illecito, ha gestito le tre ditte, costituite e cessate in rapida successione, secondo la collaudata tecnica dell’“apri e chiudi”. Tutte le aziende erano formalmente rappresentate da prestanome, anch’essi cinesi ed ex dipendenti dell’uomo, che così, senza apparire formalmente, poteva curare in prima persona tutti gli aspetti gestionali delle società: dall’apertura dei conti correnti aziendali ai rapporti con clienti, fornitori e personale dipendente.
L’uomo, inoltre, curava “ad arte” sia l’emissione che l’utilizzo di fatture false, relative a operazioni commerciali inesistenti, necessarie per gonfiare i costi e dunque abbattere il reddito, al fine di evitare il versamento delle imposte dovute.
Debito con lo Stato da oltre 1,3 milioni
Tutte queste manovre hanno generato un debito nei confronti dello Stato di oltre 1,3 milioni di Euro e, allo stesso tempo, un illecito incremento del patrimonio dell’uomo, che è stato perciò sottoposto a sequestro preventivo, con l’obiettivo di giungere successivamente alla confisca definitiva.
L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso rientra in una più ampia strategia di aggressione alle ricchezze di provenienza illecita, accumulate da soggetti responsabili dei fenomeni di frode più pericolosi, che sottraggono risorse alla collettività, a danno degli imprenditori e dei cittadini onesti e rispettosi delle regole.