Carabinieri Castelfranco

L'inquietante sequestro del casolare dopo lo scambio in chat: legato col nastro adesivo e seviziato con uno storditore elettrico

Trenta giorni di prognosi per il malcapitato attirato con l'inganno dai tre giovanissimi, che lo avevano appena rapinato

L'inquietante sequestro del casolare dopo lo scambio in chat: legato col nastro adesivo e seviziato con uno storditore elettrico
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Un episodio dai contorni inquietanti.

L'inquietante sequestro del casolare dopo lo scambio in chat: legato col nastro adesivo e seviziato con uno storditore elettrico

I Carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, hanno arrestato nelle scorse ore, al termine di un blitz in un casolare in costruzione abbandonato, tre giovani, fra i quali un minorenne, protagonisti di un gravissimo episodio dai contorni inquietanti.

Da qualche tempo i militari dell’Arma avevano ricevuto segnalazioni circa possibili attività illecite poste in essere presso l’edificio in questione e proprio sabato pomeriggio scorso, avendo notato un giovane uscire dal citato casolare ed allontanarsi in sella alla sua bicicletta, decidevano di intervenire fermandolo per un controllo.

L’atteggiamento nervoso del ragazzo che asseriva che si stava recando a fare un prelievo presso un vicino sportello automatico insospettiva ulteriormente gli operanti che decidevano quindi di fare accesso alla struttura. Qui, nel piano interrato, i militari trovavano un uomo disteso a terra immobilizzato mani e piedi con del nastro adesivo che gli copriva anche la bocca.

Un giovane stava tenendo il malcapitato sotto la minaccia di uno storditore elettrico, l’altro gli era seduto sopra per impedirne ogni movimento. L’ostaggio veniva quindi immediatamente liberato e soccorso e i due aggressori bloccati. Il ragazzo fermato in bicicletta veniva trovato in possesso di denaro contante, del bancomat e delle chiavi dell’autovettura del sequestrato mentre i due complici avevano l’uno una torcia e un coltello con lama di 9 cm. e l’altro un coltello con lama di 8 cm., lo storditore elettrico e un rotolo di scotch utilizzato per immobilizzare la vittima.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti la vittima aveva conosciuto da qualche tempo uno dei tre giovani su una piattaforma social, e dopo alcuni scambi di chat aveva acconsentito ad incontrarlo presso il casolare in questione. Dopo aver lasciato l’autovettura in un parcheggio il malcapitato si dirigeva con il giovane verso il casolare, ma una volta all’interno veniva violentemente aggredito, minacciato e immobilizzato dal terzetto che lo rapinava del bancomat e degli effetti personali.

I Carabinieri intervenuti erano riusciti a interrompere l’azione criminosa, evidentemente, proprio mentre il giovane in bicicletta, ottenuto il codice di sblocco dalla vittima ormai tramortita dalle sevizie subìte, si stava dirigendo a prelevare denaro. Al malcapitato, condotto in ospedale, a seguito dei politraumi riportati venivano refertati 30 giorni di prognosi.

I due giovani poco più che maggiorenni venivano condotti in carcere a Treviso, mentre il minore, veniva accompagnato presso il centro di prima accoglienza del Capoluogo della Marca. Per i tre - la cui posizione è ora al necessario vaglio dell’Autorità Giudiziaria atteso che il procedimento penale non risulta concluso e la colpevolezza dei soggetti dovrà essere accertata con sentenza irrevocabile - le ipotesi di reato in relazione all’accaduto sono di concorso, a vario titolo, nei reati di sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni personali aggravate e possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere, ma approfondimenti investigativi sono in corso a cura dei militari dell’Arma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso e di quella minorile di Venezia, per verificare se a carico degli indagati possano essere ipotizzate - come parrebbe da preliminari acquisizioni - pregresse condotte di rilevanza penale, analoghe a quelle citate.

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