Lorenzo Damiano scrive a Papa Francesco: "Il sindaco blocchi il gay pride a Treviso"
Il presidente del movimento Pescatori di Pace e Gloria Callarelli, si sono appellati al Pontefice per chiedere che il Gay Pride di Treviso, previsto per giugno, non venga permesso. Nella loro lettera si scagliano contro quella che definiscono "un'overdose di eventi Lgbt a Treviso".
Lorenzo Damiano, già presidente del movimento ultracattolico Pescatori di Pace, e Gloria Callarelli, lanciano un accorato appello diretto al sindaco di Treviso Mario Conte, a Gianfranco Gardin, Vescovo di Treviso, e soprattutto a Sua Santità Papa Francesco e Sua Santità Papa Benedetto XVI°. “Ci uniamo al coro di altre associazioni ed entità cattoliche, - hanno scritto - come cattolici e padri e madri di famiglia. Siamo molto preoccupati per la situazione attuale in Italia e più in generale in Europa. La società, il mondo va verso una deriva pericolosa in totale contrapposizione ai principi cristiani. Gender nelle scuole, promozione dell'aborto, delle unioni civili, legalizzazione della droga leggera, persecuzione cristiana, utero in affitto, eutanasia”. Il problema? Il festival Q.Pido in programma a Treviso. “Il sindaco blocchi il festival Q.Pido in cartellone a Treviso per una settimana, e cosa ancora più grave, blocchi il gay pride in programma a giugno”.
Lorenzo Damiano, proseguendo, si scaglia contro i due eventi. “Siamo invasi da una cultura che tenta in tutti modi di rendere accettabile ciò che anche la Magistratura ha vietato. La Corte di Cassazione ha detto “no” alla maternità surrogata ma in questi giorni a Treviso assistiamo a spettacoli ed eventi che inneggiano a due padri e a due madri. Siamo all’assurdo oltre che fuori da ogni criterio. Il corpo, soprattutto quello di una donna, non è un forno ne tantomeno una macchina industriale. La donna, la vita, vanno rispettate, così come i bambini e la natura”. E continua: "Il sindaco è stato eletto anche da una certa parte di cittadini cristiani e viene da chiedersi come è possibile che appoggi una manifestazione come il gay pride che nulla ha a che vedere con i nostri valori e con quelli espressi da una certa cultura di destra. Conoscendolo siamo sicuri che prenderà una posizione più netta rispetto a questi temi. Se fosse dato l’ok, siamo pronti a manifestare con associazioni cattolico-cristiane contro un evento che non è cultura ma è una manifestazione blasfema e pornografica. Proteggiamo i nostri figli che non possono scendere in piazza ed assistere a spettacoli così diseducativi”. Poi Damiano si chiede: “Chi sovvenziona queste associazioni che fanno propagando ideologica? E la chiesa cosa dice? Il silenzio è consenso e i tiepidi verranno vomitati dalla bocca del Signore. E’ l’Apocalisse, è la Bibbia”. Per parte sua Gloria Callarelli ribadisce: “..In due mesi un'overdose di eventi Lgbt a Treviso. Anche per questo questa Europa non ci piace. Si sprecano soldi, molti soldi,a favore di associazioni che promuovono politiche condite di blasfemia e cattivi gusto e non si spreca un euro per aiutare le coppie con figli o per giovani che vogliono potersi sposare e costruirsi una famiglia. “Eccellenza Reverendissima, - l'appello al Vescovo - siamo cristiani annunciatori della parola di Dio e non dormienti. Il silenzio contamina l'innocenza dei bambini che assorbono qualsiasi tipo di crudeltà mediatica e sociale anche a causa di una mancanza di noi genitori”. Poi rivolgendosi al Santo Padre: “Rivolgiamo parole disperate e accorate. E' necessario per amore di Dio, dei nostri figli e del nostro futuro, fermare con forza quella che diventerebbe una pericolosissima procedura che in un prossimo futuro, potrebbe portare alla morte di persone innocenti anche in Italia”. E ancora: “I deboli non sono gli immigrati, ma i bambini, i malati, i disabili, oggi le categorie più a rischio. - quale mondo lasciamo ai nostri figli?. Santo Padre, La preghiamo con tutto il cuore. Nulla è impossibile a Dio”.