La manifestazione

Marco Magrin, trovato morto in garage. Gli attivisti scendono in piazza: "Saremo noi a querelare"

Sabato mattina, 7 dicembre 2024, gli attivisti del centro sociale Django si sono radunati sotto il municipio di Treviso per replicare alle polemiche sorte dopo la morte del 53enne

Marco Magrin, trovato morto in garage. Gli attivisti scendono in piazza: "Saremo noi a querelare"
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Sabato mattina, 7 dicembre 2024, gli attivisti del centro sociale Django si sono radunati sotto il municipio di Treviso per replicare alle polemiche sorte negli ultimi giorni sul caso Marco Magrin. Il 53enne era stato trovato privo di vita in un garage alla periferia della città. Magrin era l’ex inquilino di Andrea Berta, membro del centro sociale Django, finito al centro delle critiche per aver cambiato la serratura dell’appartamento che Magrin occupava.

Marco Magrin, trovato morto nel garage

La protesta si inserisce in un contesto di tensioni già esistenti, acuite dalla recente morte di Marco Magrin, il 53emme trovato senza vita in un garage alla periferia della città il 30 novembre 2024.

Da quanto si apprende, Magrin aveva occupato per anni un appartamento di proprietà di Andrea Berta, uno degli attivisti del Django. Tuttavia, lo scorso mese, Berta aveva cambiato la serratura dell’abitazione, impedendo a Magrin di rientrare. La vicenda ha suscitato accese polemiche.

La manifestazione del centro sociale Django

Durante la manifestazione, gli attivisti hanno respinto le accuse provenienti dal centrodestra e dalle istituzioni locali. Secondo i due rappresentanti, gli attacchi rivolti al centro sociale sarebbero mirati a screditare chi si impegna a fronteggiare un’emergenza abitativa reale. Hanno inoltre sottolineato che non accettano la narrazione che identifica come colpevole il collettivo, ritenendo invece responsabili delle difficoltà sociali il sindaco Mario Conte e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, accusati di aver tagliato i servizi pubblici.

Per quanto riguarda le ipotesi di procedimenti legali, gli attivisti hanno affermato che saranno loro a presentare querele, giudicando infondate e strumentali le accuse mosse contro il centro sociale e i suoi membri.

La polemica

In merito alla questione, anche il Sindaco di Treviso Mario Conte aveva espresso il proprio dolore per la vicenda. Allo stesso tempo, non ha risparmiato critiche sulla gestione del caso:

"Ho appreso con un sentimento di grande tristezza della morte di Marco, l’uomo che dopo lo sfratto viveva in un garage di San Liberale. Ho letto la sua storia e sono profondamente dispiaciuto, perché nessuno era a conoscenza della sua situazione, mai segnalata alla rete istituzionale, e della sua storia di fragilità e indigenza. Di fronte alla morte non possiamo che restare in un rispettoso silenzio".

"Ma ciò che ho letto stamattina mi ha lasciato interdetto: lo sloggio (o meglio, la sostituzione del 'cilindro' della serratura) è stato effettuato da uno dei più convinti e accaniti manifestanti sul tema della casa dei centri sociali, proprietario dell’immobile".

Mario Conte

"Gli stessi centri sociali, in piena crisi di identità e credibilità, che in queste ore mi stanno attaccando con sciagurati riferimenti a commenti del signor Magrin a post sulle stelle di Natale di dicembre 2023, 51 settimane fa. Non voglio più entrare nel merito, non è giusto, soprattutto in questo momento. Ma è bene riflettere su alcuni principi fondamentali, primo fra tutti la coerenza".

Oltre alla critica, il Sindaco Conte aveva anche annunciato la presentazione di un esposto alla Procura per chiarire eventuali responsabilità, con l’obiettivo di comprendere sia il ruolo del proprietario sia la mancanza di interventi da parte delle istituzioni.

La risposta degli attivisti e le critiche all’amministrazione

D'altra parte, gli attivisti hanno rivolto dure critiche alla giunta guidata da Mario Conte e al centrodestra, accusandoli di indifferenza verso le persone in difficoltà. Ruggero Sorci ha dichiarato che chi governa sembra vivere isolato nei palazzi del potere, ignorando le difficoltà di chi si trova in strada o vive in condizioni di marginalità. Ha sottolineato che tali politici si limiterebbero a "fare politica con le parole" senza offrire soluzioni concrete, mentre il centro sociale sarebbe attivamente impegnato sul campo per affrontare i problemi che le istituzioni fingono di non vedere.

Anche sulla posizione controversa di Andrea Berta, il collettivo ha preso le sue difese. Gli attivisti hanno respinto le accuse e dichiarato di non accettare che il loro membro venga dipinto come un mostro, sostenendo invece che i veri responsabili della situazione sarebbero coloro che tagliano i servizi pubblici e non affrontano le emergenze sociali.

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