Morte Paolo Giordano, denunciati gli autori di 196 post "no vax" contro l'architetto trevigiano
Il 59enne di Villorba, scomparso lo scorso 9 ottobre a causa di problema cardiaco, si era sempre espresso a favore dei vaccini. Da qui l'ondata di odio social.
Morte Paolo Giordano, scattano le denunce per gli insulti social dei no vax.
Morte Paolo Giordano, denunciati gli autori di 196 post "no vax" contro l'architetto trevigiano
E' scattata la denuncia contro gli autori dei post apparsi sui social dopo la morte - per un problema cardiaco - dell'architetto trevigiano Paolo Giordano, 59 anni, scomparso lo scorso 9 ottobre. La "colpa" di Giordano, secondo gli odiatori no vax, sarebbe stata quella di essersi espresso più volte a favore dei vaccini anti Covid. e contro chi vi si opponeva.
Da qui, come purtroppo accaduto in molte altre occasioni, una valanga di insulti partiti da diversi profili social (molti dei quali potrebbero essere falsi). In tutto 196 i post "incriminati", di cui gli autori ora dovranno rispondere in sede legale. A portare avanti questa battaglia di civiltà sono soprattutto gli amici dell'architetto di Villorba, che vogliono preservarne la memoria, oltre naturalmente ai familiari.
La querela nei confronti degli "odiatori social", in particolare, è partita dal consigliere comunale del Pd trevigiano, l'avvocato Antonella Tocchetto, con la collega Pretty Gorza.
Il commento di Coalizione civica per Treviso
"Le indegne speculazioni no-vax sulla morte di Paolo Giordano non possono lasciarci indifferenti perché aggiungono al dolore che già ci attanaglia per la perdita di un uomo che è stato un punto di riferimento per la comunità civile trevigiana il dolore per una vera e propria campagna di odio nei confronti di chi non accetta le strampalate tesi degli anti-vaccinisti. Paolo paga così la nettezza con cui si era espresso anche sulla questione dei vaccini, con la schiettezza che lo contraddistingueva e che tanto lo ha fatto apprezzare tra le persone che hanno percorso un tratto di strada con lui o che lo hanno incrociato in una delle sue attività. Ma non possiamo fermarci al dolore perché le sconclusionate accuse dei “leoni da tastiera” (magari nascosi dietro un nickname) sono inaccettabili tanto più perché vengono lanciate contro una persona che ci ha lasciato. Lo abbiamo detto quando in piazza i no-vax paragonavano la campagna vaccinale alle azioni delle SS naziste e lo ripetiamo oggi: quei paragoni intollerabili e gli attacchi personali di oggi non hanno nulla a che vedere con la libertà di espressione. Le notizie sulle indegne affermazioni sulla morte di Paolo sono ormai di pubblico dominio attraverso i mezzi di informazione e cono ampiamente documentate: non pensiamo siano necessarie denunce perché la magistratura verifichi se vi sono estremi di reato".