Operaio 25enne adesca una 14enne sui social e poi la ricatta per avere video hard
Aveva conquistato la fiducia della giovane fingendosi 19enne. Ma quando la situazione si è fatta problematica la ragazza lo ha denunciato: condannato a tre anni di carcere per pornografia minorile e violenza sessuale
Un operaio 25enne del casertano ha adescato una ragazzina di 14 anni, della provincia di Treviso, su Facebook. Fingendo di avere 19 anni l'uomo ha approfittato della ragazza, instaurando una relazione virtuale per spingerla a mandargli foto e video "hot", ma la titubanza della 14enne lo ha portato a ricattarla:
"Se non mi mandi i video pubblico le tue foto".
Adesca una 14enne sui social, poi la ricatta per avere video hard
I fatti risalgono al dicembre del 2020, un operaio di 25 anni, residente nella provincia di Caserta, si è reso colpevole di gravi reati ai danni di una ragazza di 14 anni del trevigiano, spacciandosi su Facebook per un diciannovenne.
In seguito a un'attenta indagine condotta dalla squadra mobile della Polizia di Treviso, l'uomo è stato arrestato e condannato definitivamente a tre anni di carcere per pornografia minorile e violenza sessuale.
L'operaio aveva adescato la giovane attraverso il noto social network, richiedendole foto intime e, successivamente, video a sfondo sessuale nel corso di una relazione online protrattasi per due mesi. Di fronte alla reticenza della vittima nell'acconsentire a tali richieste estreme, l'uomo aveva iniziato a ricattarla, minacciando di diffondere le foto che gli aveva mandato precedentemente.
Condannato a tre anni per pornografia minorile e violenza sessuale
Il ricatto ha avuto pesanti conseguenze sulla vita della giovane, che ha manifestato disagio chiudendosi in se stessa e rinunciando a uscire di casa persino per vedere le amiche. La madre, preoccupata per il cambiamento di comportamento della figlia, ha scoperto la verità controllando il cellulare della ragazza e ha denunciato l'accaduto alla Polizia di Treviso.
La sentenza definitiva, emessa dal tribunale di Venezia, ha riconosciuto all'uomo la colpevolezza di pornografia minorile e violenza sessuale. La condanna è stata emessa nonostante non ci fosse stato alcun contatto fisico tra il casertano e la giovane, dimostrando che il semplice atto di ricattare e costringere la vittima a pratiche sessuali tramite video è stato sufficiente per configurare il reato di violenza sessuale.