Ospedale Conegliano: i due "storici" primari vanno in pensione
Il saluto del direttore Benazzi: "Il curriculum di entrambi sottolinea il loro profondo attaccamento all’Azienda, che hanno contribuito a far crescere".
Prossimi alla pensione due primari che hanno dato molto a Conegliano e non solo.
Ultimi giorni in corsia
Ultimi giorni di lavoro per due primari dell’Ospedale di Conegliano. Salvatore Valerio, direttore dell’Unità Operativa di Urologia, andrà in pensione il 1° giugno, seguito a ruota da Piergianni Calzavara, direttore della Nefrologia che ha fatto oggi, 27 maggio 2020, i saluti di rito in Reparto: da domani sarà in ferie e dal 1° luglio in pensione.
Anni di attività
Valerio lascia l’ospedale di Conegliano dopo trent’anni di ininterrotta attività. Dal 2013 ha ricoperto l’incarico temporaneo di sostituzione dell’allora direttore, Evangelista Bassi e dal 2015 ne ricopre il ruolo di direttore a tutti gli effetti. Oltre all’incarico apicale, dal 2018 ha svolto l’importante ruolo di direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale per gli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto.
Il saluto del direttore Benazzi
Calzavara, invece, è approdato alla direzione della Nefrologia del Santa Maria dei Battuti nel febbraio 2011, dopo una lunga esperienza maturata al Ca’ Foncello di Treviso.
“Ai due Primari, ottimi professionisti che hanno saputo coniugare competenze, umanità, lealtà e disponibilità, va il mio più sentito ringraziamento per l’opera qualificata prestata in questi anni – commenta il direttore generale, Francesco Benazzi –. Il curriculum di entrambi sottolinea il loro profondo attaccamento all’Azienda, che hanno contribuito a far crescere in termini di professionalità e innovazione. Al dr. Valerio e al dr Calzavara va il merito di aver dato un importante contributo all’integrazione nel momento dell’unificazione tra le tre precedenti realtà, confluite nell’Ulss 2, e di essersi fatti carico, assieme alle rispettive équipe, delle carenze di organico legate alla difficoltà di reperimento degli specialistici. Un doveroso plauso, dunque, anche per il lavoro fatto sul fronte dell’abbattimento delle liste di attesa e dell’integrazione con il territorio e con il mondo dell’associazionismo.”