Vittorio Veneto

Ospedale Vittorio Veneto e arresto Cetera, l'Ulss 2: "Divieto di esercitare subordinato all'esecutività della pena"

Lo aveva precisato l’Ordine dei Medici, in risposta allo specifico quesito dell’ex primario che ora si trova in carcere a Padova.

Ospedale Vittorio Veneto e arresto Cetera, l'Ulss 2: "Divieto di esercitare subordinato all'esecutività della pena"
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Ospedale Vittorio Veneto e arresto Cetera, l'Ulss 2: "Divieto di esercitare subordinato all'esecutività della pena"

In merito alle recenti notizie riguardanti l'ex primario Carlo Cetera, arrestato, e il fatto che lo stesso fosse ancora in servizio a Costa, il direttore sanitario dell’Ulss 2, Livio Dalla Barba, ha precisato che “il personale medico della Cooperativa che fornisce personale per il servizio di guardia pediatrica e ostetrico-ginecologica per il Punto nascita dell’ospedale di Vittorio Veneto viene selezionato sulla base del curriculum professionale che nel caso del dr. Carlo Cetera era assolutamente adeguato, per cui la Cooperativa gli ha affidato alcuni turni di servizio".

"Poteva continuare a lavorare"

E ancora: "Sulla possibilità che il dottor Cetera, le cui vicende processuali sono note, continuasse ad esercitare si era espresso, rispondendo ad uno specifico quesito, l’Ordine dei Medici, precisando che l’ex primario poteva continuare ad esercitare fintantoché non fosse diventare esecutiva la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti. Cetera ha, quindi, proseguito la sua attività, lavorando in numerosi ospedali, fino al momento dell’arresto”.

Dalla Barba: "Cooperative partner importanti per i servizi"

Infine un'ultima ma non secondaria puntualizzazione: “Per quanto riguarda il ricorso alle Cooperative – prosegue Dalla Barba – esse sono partner importanti sia del sistema sanitario che sociosanitario. Ricordo a tutti che nonostante i 19 concorsi banditi da Azienda Zero nel 2019, i 56 avvisi a tempo determinato e i 20 avvisi di mobilità nell’Ulss 2 mancano, ad oggi, 16 ginecologi. Stante l’attuale mancanza di specialisti, legata ad errori nella programmazione nazionale, il supporto delle Cooperative si rivela fondamentale per garantire alcuni servizi”.

La vicenda giudiziaria

Ora l'ex primario, 70 anni, si trova in carcere a Padova, dove dovrà scontare una pena a 3 anni, 10 mesi e 24 giorni di reclusione per concussione. L'iter giudiziario a suo carico si è concluso lo scorso 11 gennaio con la sentenza nei suoi confronti che è diventata definitiva. Quando lavorava a Pieve di Cadore, questa l'accusa ora confermata dalla Cassazione, chiedeva mazzette per poter saltare le code.

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