Polemica

Palio Montebelluna al "veleno", il sindaco a Palumbo: "Non faccia il fenomeno"

Il presidente dell'Ente Palio si è espresso invitando l'Amministrazione comunale "a prendersi le sue responsabilità". Favero perde le staffe: "Come si permette?".

Palio Montebelluna al "veleno", il sindaco a Palumbo: "Non faccia il fenomeno"
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Duro botta e risposta sulla decisione, in sospeso, di organizzare l'edizione 2020 della manifestazione.

Scoppia la polemica

Palio sì, Palio no...Palio forse. E intanto, nell'attesa di capire che ne sarà dell'edizione 2020 della principale manifestazione montebellunese (sicuramente la più sentita), iniziano a "volare gli stracci" tra le parti coinvolte nell'organizzazione dell'evento. Da un lato l'atteggiamento prudente e cauto dell'Amministrazione comunale, dall'altro il pressing del presidente del Palio del Vecchio Mercato, Nicola Palumbo. E le scintille sono servite. Il sindaco Marzio Favero replica oggi infatti allo stesso Palumbo, presidente dell’Ente Palio:
“Premesso che il COC non ha annullato il Palio ma solo preso atto che con le normative vigenti non si può fare, anch’io sono addolorato per la situazione perché ho sempre amato e sostenuto il Palio, prima da assessore provinciale poi da sindaco - spiega il primo cittadino -  Pertanto richiamo Nicola Palumbo al senso di responsabilità perché non è questo il tempo per fare i fenomeni"
Palio Montebelluna al "veleno", il sindaco a Palumbo: "Non faccia il fenomeno"
Ma che cosa ha detto, tra le altre cose, Palumbo per far saltare la mosca al naso al sindaco? Ecco qui.
"Ci tengo a specificare che per l'Ente Palio nulla è cambiato rispetto a 2 giorni fa - ha scritto ieri, venerdì, il presidente dell'Ente Palio - La macchina organizzativa, con l'adeguata prudenza gestionale richiesta dalla situazione, sta procedendo. Affermare che il se il Palio fosse oggi, non vi sarebbero le condizioni, è comunicare qualcosa di assodato e pacifico. Il Palio ricordo però, sarà dal 2 al 7 Settembre. La vera sfida organizzativa e amministrativa dovrebbe essere e sarà, almeno per noi, proprio quella di andare avanti nella speranza che lo scenario migliori. Perché un territorio privato delle sue manifestazioni e delle sue ricorrenze, è un territorio morto, senz'anima".
E ancora:

"Il Palio non è come tutti gli altri eventi, almeno per Montebelluna. Il Palio significa molto e sono bastate le reazioni di numerosi volontari e capomastro tra ieri sera e questa mattina, per farcelo capire una volta di più. C'è una gran voglia di Palio, nonostante tutto. Certo, alcuni volontari hanno ancora timore. Ma siamo certi che la maggioranza di coloro che amano e credono nel Palio come messaggio di fiducia per la città e per il territorio, saprà trascinare anche gli ultimi indecisi. L'indirizzo dell'Ente Palio è quello di proseguire almeno fino al 15 Luglio, data in cui scadrà l'attuale DPCM. Certo, senza l'appoggio dell'Amministrazione Comunale e della macchina burocratica, sarà impossibile andare avanti. Ma che sia chiaro: noi ci crediamo. Spero che anche il Sindaco, la Giunta e ogni organo amministrativo comunale siano su questa lunghezza d'onda. Altrimenti, senza alcuna melina, lo dicano apertamente. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Io lo faccio da 4 anni, da volontario, rischiando sempre in prima persona, come tutti i miei omologhi di altre associazioni o comitati. Sono disposto a farlo ancora".

Il sindaco durissimo

Un richiamo che evidentemente, in una fase ancora critica come quella attuale, ha  infastidito non poco Favero. Che nella sua nota odierna non le manda a dire:

"In tutta Italia e in tutta Europa sono saltati i grandi eventi. È saltato il Palio di Siena, la Partita a scacchi di Marostica, l’Adunata degli Alpini, la Dama castellana di Conegliano: si è chiesto il perché? - sottolinea il sindaco riferito a Palumbo - Il mondo intero è stato messo in ginocchio dalla pandemia: l’Italia ne sta uscendo faticosamente dopo tre mesi in cui i cittadini sono stati tenuti prigionieri ai domiciliari per evitare la diffusione del Covid-19. È notizia amara di oggi che sono ripresi i contagi e aumentati i morti in Veneto e notizia di ieri che in Emilia Romagna dopo un matrimonio sono state messe in quarantena 30 persone e secondo il signor Palumbo una città è morta senza eventi: no! Quando c’è una pandemia in corso, la città muore se fa grandi eventi. Ci rendiamo conto che nel caso in cui ci fossero casi positivi durante un grande manifestazione, la città verrebbe rimessa in quarantena? Mi pare che i commercianti e gli imprenditori abbiano già sofferto abbastanza e che siano da evitare rischi simili"..

E ancora:

"Mi giungono voci che anche all’interno delle contrade ci siano molti dubbi sull’opportunità di organizzare l’evento. Gli ho chiesto un incontro con i capimastro e per tutta risposta l’ha convocato per giovedì ben sapendo che non posso per un altro impegno. Mi chiedo che gioco stia giocando. Non accetto poi che attacchi le parti tecniche comunali: il segretario generale del Comune, il dirigente incaricato della Gestione e governo del territorio, il Comandante della Polizia locale ed il Capo della Protezione civile. Io e i miei tecnici abbiamo la responsabilità di tutelare prima di tutto la vita dei cittadini. Le feste vengono dopo. Come si permette? Antonio Netto ha sputato l’anima in tre mesi per gestire il triage davanti all’ospedale, portare le mascherine a tutte le famiglie e i medicinali alle persone in difficoltà rischiando in prima persona di prendersi il virus: che titolo ha per giudicarlo? Ho sentito il responsabile dell’Ufficio igiene dell’Ulss 2, il dottor Cinquetti, che è un’autorità scientifica e che mi ha caldamente scoraggiato dall’autorizzare un’iniziativa che muove 20mila persone. Attualmente sono concessi solo piccoli eventi".

E per finire:

"Cosa dovremo fare? Un’edizione del Palio a numero chiuso? Sarebbe un’edizione surreale e senza anima. Ora è arrivata una nuova risposta dalla Regione Veneto per cui, viste le caratteristiche della spinta del carro che rendono impossibile la distanza fisica di due metri, esprime parere contrario agli allenamenti col carro. Se la sua è una sfida, anche politica per mettermi in difficoltà davanti ai cittadini, sappia che ha trovato l’interlocutore sbagliato. Quando c’è stato da pedonalizzare il centro, e ci è voluto molto coraggio, non ho badato alle proteste né al mio consenso personale perché sapevo che era il bene per della città e adesso tanto meno ho timori a deludere qualcuno per la tutela della salute dei cittadini, che è il bene primario. Un Palio si può rifare, per la vita invece non c’è una seconda occasione ed è scandalosa questa smania di protagonismo a tutti i costi. Mi sono stancato di no-vax, di negazionisti, di persone che pensano che il virus non sia mai esistito: una cosa è il coraggio ed un’altra l’incoscienza”.

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