Panevin Treviso e Greta Thunberg? Un legame "di fuoco"
L'intervento di Luigi Calesso di Coalizione civica per Treviso: "Conciliare panevin e lotta allo smog si può, ma è necessario fare una scelta chiara".
Panevin Treviso e Greta Thunberg? Un legame "di fuoco"
Cosa c'entra l'attivista svedese, paladina della lotta contro i cambiamenti climatici e a favore di uno sviluppo sostenibile, che proprio oggi 3 gennaio festeggia il suo compleanno, con la tradizione trevigiana dei roghi della Befana? L'accostamento sembrerebbe un po' forzato, ma neanche tanto secondo il parere di Gigi Calesso, esponente di Coalizione Civica per Treviso, che in merito ha scritto. "Una delle decisioni “coraggiose” dell’amministrazione Manildo è stata sicuramente quella di limitare le dimensioni dei panevin per contribuire al contenimento dell’inquinamento atmosferico, coraggiosa perché è innegabile nel nostro territorio la forza della tradizione dei roghi dell’Epifania. Ed è stata anche una decisione utile perché i livelli di emissioni inquinanti nell’aria registrati a seguito di quella decisione sono stati nettamente inferiori a quelli che le centraline segnalavano negli anni precedenti, tanto che – in vigenza di quella ordinanza – le concentrazioni di PM10 erano inferiori a Treviso rispetto a Meduna di Livenza (dove l’ARPAV rileva la qualità dell’aria con un’altra centralina). Anche in quell’occasione ci furono le polemiche “leghiste” che durarono un giorno, ma la tradizione è tranquillamente sopravvissuta alla limitazione dell’altezza dei panevin, il momento di incontro e di festa c’è stato comunque, la cultura trevigiana è uscita indenne dall’ordinanza del Comune di Treviso ( che ha aperto la strada a quelle analoghe di altre amministrazioni)".
Identità "violata" o semplice buonsenso?
Prosegue Calesso: "Sostenere che il raddoppio dell’altezza consentita per i fuochi dell’Epifania è un “tributo alla tradizione” significa semplicemente ripiegare su una concezione anti moderna del mondo: sono tantissime le tradizioni (da quelle enogastronomiche a quelle venatorie, a quelle ludiche) che nel corso del tempo sono state limitate o del tutto eliminate dalla necessità di far prevalere la tutela della salute su ogni altra considerazione. La scelta dall’amministrazione Manildo andava esattamente in questa direzione, quella di Conte, in nome di uno dei tanti populismi imperanti in questi anni, va esattamente nella direzione opposta, cioè quella di anteporre una presunta “questione di cultura e tradizioni” alla tutela dell’ambiente e della salute. Nessuno si sognerebbe oggi di sdoganare procedimenti di confezione dei cibi o prodotti per l’alimentazione che durante gli anni sono stati vietati proprio in nome dell’esigenza di salvaguardare la salute delle persone, nessuno farebbe prevalere ragioni “di tradizione”.
Il ritorno all'antico contestato
"Sui panevin, invece, visto che le limitazioni sono ancora recenti, il Sindaco ha preferito già dall'anno scorso tornare indietro, magari fino a quando non sarà una normativa nazionale a imporre (senza possibilità di deroga) quello che oggi è regolamentato a livello comunale - continua Calesso - E’ triste constatare che qualche presunta ragione di consenso prevalga sulle ragioni della scienza, della salute, dell’ambiente. E' ben vero, come sostengono molti cittadini, che i voli all'aeroporto Canova inquinano molto più dei panevin ed è altrettanto vero che l'attuale amministrazione non sta facendo nulla per limitarli, anzi ha accettato senza battere ciglio il piano di Save per aumentarli ulteriormente. Perché, in barba alla necessità di "sensibilizzare sulle questioni ambientali" (scopo che un'amministrazione pubblica raggiunge, prima di tutto, attraverso le proprie scelte, le proprie decisioni), questa giunta - anche in materia ambientale sceglie di non scegliere, di non "disturbare". Non a caso rimarrà nelle cronache trevigiane come l'amministrazione dell'"ordinanza anti-barbecue", visto che quello era l'unico divieto inderogabile tra i provvedimenti "antismog" decisi per questa stagione fredda".
La tradizione dei Panevin: cos'è
La tradizione del PANEVIN – domenica 5 gennaio 2020. Dalla tradizione cristiana del Natale, nella Marca Trevigiana il 5 gennaio si passa a quella pagana con un rito centenario: il panevin. Il simbolico falò trae le sue origini dalla tradizione agricola e vuole fungere da benevolo portatore di fortuna per l’anno che va a cominciare. Il fuoco purificatore su cui la sera del 5 gennaio vengono distrutte simbolicamente le sfortune del passato illumina le fredde notti della Marca e dalla direzione delle faville e del fumo che si levano dal cumulo di sterpi e legno, si traggono gli auspici per ciò che ci riserva il futuro. Tradizione vuole che in occasione del panevin vengano distribuite pinza e vin brulè e che gli anziani intonino attorno al fuoco le litanie propiziatorie (antanie).