Philippe Daverio, il cordoglio della Marca. Zaia: "Addio a un gigante della cultura"
Il sindaco Conte: "Lo abbiamo apprezzato anche nella nostra Treviso dove ha incantato e raccolto applausi con la sua grande capacità di diffondere cultura".
Cordoglio e ricordi anche nella Marca per l'addio al noto critico d'arte Philippe Daverio.
Divulgatore anche a Treviso
"Sono dispiaciuto per la scomparsa di Philippe Daverio, storico dell'arte, docente e saggista. Lo abbiamo apprezzato anche nella nostra Treviso dove ha incantato e raccolto applausi con la sua grande capacità di diffondere cultura".
La notizia della scomparsa del noto critico d'arte, abile divulgatore, ha colpito anche la Marca e il Veneto in generale, dove Daverio era stato in più occasioni. Il primo ricordo, poco sopra, è proprio quello del sindaco di Treviso, Mario Conte.
Il legame con Asolo
Anche il primo cittadino di Asolo, Mauro Migliorini, ha reso omaggio allo scomparso:
"Siamo dispiaciuti per la scomparsa di Philippe Daverio, storico dell'arte, docente e saggista. Lo abbiamo conosciuto a fine ottobre 2018 in visita nel nostro territorio con Camilla Raznovich, per parlare di Asolo città murata, ma anche di tutela del paesaggio, dei beni storici e monumentali e dell'Asolo Prosecco. Uomo di grande cultura e capacità comunicativa".
Il ricordo di Zaia
“Di Philippe Daverio mi resterà impressa la sensazione che ho provato nelle occasioni che ho avuto di incontrarlo personalmente. Un dialogo con lui lasciava sempre l’impressione di aver trovato il modo di leggere un libro in maniera rapida ma molto approfondita e sempre esaustiva. Sentirlo parlare, sembrava quasi che rendesse banale ogni spiegazione in qualsiasi ambito artistico o culturale; eppure lo faceva senza venir mai meno al rigore di studioso. Penso che la sua preparazione e il suo stile fossero quelli più congeniali per spiegare la nostra terra dove una bellezza così diffusa rischia di passare per banalità e deve essere approfondita con concetti immediati per tutti”.
Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda Philippe Daverio alla notizia della
sua scomparsa.
“Era un gigante della cultura che si esprimeva alla portata di tutti – prosegue il Governatore – l’esatto contrario di alcuni soloni che amano restare chiusi in un mondo elitario. È stato un amico del Veneto e dei Veneti. Non solo come giurato storico del premio Campiello ma anche per come ha dimostrato più volte nelle sue trasmissioni a cominciare dall’intramontabile Passepartout. Grazie alle incursioni di Daverio in terra veneta, il mondo ha sicuramente scoperto e apprezzato qualcosa di più della nostra
regione, non solo di quel grande tesoro che è Venezia o delle importanti città d’arte ma anche di angoli conservati dalle nostre campagne come il Barco della Regina Cornaro, le Ville o più semplicemente il patrimonio di memorie lungo il Piave”.“Di un personaggio di simile levatura culturale e dalla così grande capacità di rendere familiare l’arte non solo fuori ma addirittura lontano dai salotti – conclude il Presidente del Veneto – si sentirà la mancanza. A lui un pensiero di gratitudine ed un sentimento di vicinanza ai suoi familiari”.
Il cordoglio dell'assessore Corazzari
“Uno degli aspetti più gratificanti dell’incarico di assessore alla cultura, per di più in una terra che vanta eccezionali ricchezze artistiche, storiche e culturali come il Veneto, è l’incontro con persone dallo spessore intellettuale e umano ragguardevole: Philippe Daverio è una di queste e l’averlo conosciuto sarà un privilegio che porterò per sempre con me”.
Con queste parole l’assessore alla cultura della Regione commenta la scomparsa del noto storico dell’arte, “che in molte occasioni ha raccontato il Veneto con quel trasporto, quella capacità di coinvolgimento, quella competenza e quell’amabilità che oggi rendono la sua uscita di scena ancor più dolorosa e toccante”.
“Solo pochi mesi fa – prosegue l’assessore – abbiamo presentato insieme il libro ‘100 Sguardi sul Veneto’, edito dalla Regione insieme ad Antiga Edizione, un’opera che attraverso immagini e testi descrive le meraviglie, i segreti, le tradizioni e la bellezza della nostra terra, della quale ci si può solo innamorare, come era successo a Daverio”. “Voglio rendere omaggio all’innato garbo e all’originale eleganza di un uomo colto che ha distribuito la sua vasta conoscenza con generosità e ironia – conclude l’assessore –, un divulgatore culturale che mai si è atteggiato a inarrivabile e nel contempo mai è stato banale. Un professore intelligente tutt’altro che professorale, che considerava il sapere un bene collettivo da propagare il più diffusamente possibile: cosa che lui ha fatto come pochi altri”.