Treviso

Piano Casa in via Piave: "Altra enorme colata di cemento, tutto perfettamente legalizzato"

L'intervento di Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso sull'edificazione in zona stadio: "Tutto legittimo grazie al Piano 'mangia' suolo".

Piano Casa in via Piave: "Altra enorme colata di cemento, tutto perfettamente legalizzato"
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Piano Casa in via Piave, la presa di posizione di Coalizione Civica per Treviso.

Un caso emblematico

Sono numerosi i casi in città di edifici “ristrutturati” sulla base del “Piano Casa” della Regione che ha consentito in alcuni casi dei modesti ampliamenti delle abitazioni funzionali a una loro miglior fruizione, in altri la realizzazione di palazzine o di veri e propri condomini dove prima si trovavano una normalissima casa o una villetta. A sostenerlo Luigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso, che, mettendo l'accento sul troppo cemento "colato" sul capoluogo della Marca, porta il caso emblematico di via Piave.

"Qui siamo all’incrocio tra via Piave e via Marconi, di fronte alla chiesa di San Pio X, a poche centinaia di metri dallo stadio - spiega Calesso - Come è evidente dal confronto tra il “prima” (l’edificazione preesistente) e il “dopo” (l’edificio attualmente in costruzione) l’aumento di cubatura è molto elevato e l’impatto sul paesaggio urbano del palazzo in fase di realizzazione è completamente diverso da quello delle piccole abitazioni che sono state abbattute per lasciare spazio al nuovo condominio".

Piano Casa in via Piave: "Altre enorme colata di cemento, tutto perfettamente legalizzato"
Via Piave prima e dopo

Previste 7 unità abitative

L'esponente di Coalizione Civica prosegue:

"La vista laterale del cantiere dimostra che l’edificio in fase di realizzazione ha anche una profondità rispetto alla strada molto superiore a quella dei fabbricati preesistenti e dal “rendering” che spicca all’esterno del cantiere sembra che l’altezza massima del nuovo palazzo non sia stata ancora raggiunta".

Il nuovo fabbricato, infatti, prevede sette unità abitative.

"La notifica appesa all’estenro del cantiere mette in evidenza che l’edificazione in corso viene effettuata “ai sensi dell’art. 3 e seguenti della L.R. 14/2009 e SS.MM.II.”, cioè del “Piano Casa”.

Piano Casa in via Piave: "Altre enorme colata di cemento, tutto perfettamente legalizzato"
Il rendering

"Tutto legittimo, è colpa del Piano Casa regionale"

Deve essere chiaro, infatti, che:

  1. l’amministrazione comunale non ha alcuna responsabilità rispetto a questa edificazione, se non quella – politica – di avere accettato, anzi entusiasticamente accolto, gli effetti del “Piano Casa” della Regione sull’assetto urbano della città, come se mancassero le edificazioni in corso e i piani di lottizzazione in fase di realizzazione o ancora da avviare;
  2. questa nuova edificazione, come le altre realizzate o in corso di realizzazione in città ai sensi del “Piano Casa”, è perfettamente legittima sotto il profilo giuridico e proprietari dell’area, costruttori, immobiliaristi che sono coinvolti nell’operazione hanno perseguito e perseguono degli interessi altrettanto legittimi.
  3. Il problema, infatti, è costituito proprio dal “Piano Casa” della Regione che ha permesso, permette e permetterà:
    • di continuare a consumare suolo (quello delle metrature “aggiuntive”);
    • di continuare a stravolgere il paesaggio di strade e piazze della città con nuove costruzioni che hanno un impatto (fisico e visivo) completamente diverso e molto più invasivo dei fabbricati preesistenti;
    • di alimentare la “rendita fondiaria”, cioè la possibilità di ottenere consistenti guadagni semplicemente vendendo degli edifici inutilizzati o comunque vetusti a chi poi, sulla base delle possibilità offerte dal “Piano Casa”, li trasformerà in nuovi palazzi, in veri e propri condomini.

"Sulla base degli effetti, non perversi ma, anzi, assolutamente calcolabili, di questa normativa (i casi di applicazione sono numerosissimi) è possibile affermare che la dichiarata volontà politica di questa amministrazione regionale di “contenere il consumo di suolo” non è confermata dai fatti, anzi la realtà si incarica di dimostrare che è vero esattamente il contrario", conclude Calesso.

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