Piene del Livenza, pronto il progetto di ampliamento e regimentazione della cassa di espansione di Pra' dei Gai
Il presidente della Regione Zaia: "Passo in avanti concreto per la sicurezza dell'alto liventino". Ecco i dettagli del progetto.
Per la laminazione delle piene del fiume Livenza alla confluenza con il fiume Meduna.
C'è il progetto
È pronto il progetto dei lavori di ampliamento e regimazione della cassa di espansione di Pra’ dei Gai, nel territorio compreso fra i Comuni di Portobuffolè, Mansuè e Meduna di Livenza in provincia di Treviso, per la laminazione delle piene del fiume Livenza alla confluenza con il fiume Meduna.
“Questa è un’ottima, attesa notizia per la sicurezza del bacino del Livenza, area da molti anni fonte di problemi per la sicurezza idraulica del Veneto tanto quanto del confinante territorio friulano – commenta il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, annunciando la notizia – mettiamo in campo opere per un costo complessivo di 39 milioni di euro che appalteremo nel 2021, aumentando significativamente la capacità del fiume Livenza di sopportare le portate provenienti dal sistema Cellina - Meduna. E in questo modo offriamo un'importante risposta ad un territorio che da decenni attendeva soluzioni concrete in termini di sicurezza idraulica”.
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Il commento dell'assessore regionale Bottacin
Vari sono gli interventi previsti nel progetto per il contenimento delle portate di piena. Per quanto riguarda la parte veneta la Regione ha individuato la sistemazione del bacino dei Pra’ dei Gai.
“Dal punto di vista idrologico il bacino, che ha una superficie di circa 2.200 kmq, è caratterizzato dalla sovrapposizione dei due sistemi di risorgiva e carsico, – illustra in dettaglio l’assessore all’Ambiente e alla Difesa del Suolo della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin - il primo affiorante alla base dei conoidi del Cellina e Meduna ed il secondo della piana del Cansiglio, sul sistema torrentizio dei principali affluenti, Meduna, Cellina, Colvera e Monticano. Dal punto di vista idraulico le portate di piena derivano principalmente dal sistema Cellina Meduna che scorre interamente in Friuli e si immette nel Livenza in località Tremeacque, al confine tra le due Regioni”.
Il progetto prevede di separare il fiume da un’amplissima zona golenale (400 ettari) che si trova in destra idrografica, all’altezza della confluenza del Meduna, per riservarne la totale capacità d’invaso alla decapitazione dei colmi di piena. E ancora:
“La zona golenale attualmente non contribuisce a laminare l’onda di piena, - spiega l’assessore - perché questa inizia ad allagarsi quando i livelli idrometrici nel fiume sono ancora molto bassi, continua a riempirsi a mano a mano che quei livelli si innalzano ed è già completamente invasata quando giungono nel fiume i colmi che hanno portate superiori a quelle ammissibili in sicurezza a valle e che, quindi, avrebbero bisogno di essere decapitati”.
Il bacino di Pra’ dei Gai ora è tenuto in buona parte a prato e viene sommerso, in media, due volte l’anno con lame d’acqua generalmente contenute nell’altezza del metro, ma che, in occasione di grandi piene, possono superare i quattro metri. Con la realizzazione del progetto la frequenza delle sommersioni si ridurrà, per concentrarsi nelle situazioni di maggiore pericolo e si verificherà in modo controllato, rendendo così efficace l’azione di laminazione di questa vasta area.
“Nella redazione del progetto – sottolinea in particolare l’assessore – si è prestata tutta l’attenzione necessaria dal punto di vista ambientale cercando anche di ridurre le operazioni di scavo. Infatti non è prevista la commercializzazione di materiale ma un completo riutilizzo nel cantiere dello stesso. È stata, inoltre, prevista la possibilità di operare, in coda agli eventi di piena minori, allagamenti dell’area in modo da non alterare l’attuale ecosistema”.
E ancora:
“Questo intervento è un ulteriore tassello dell’importante azione per la sicurezza idraulica messa in atto dalla Regione del Veneto – conclude l’assessore regionale all’ambiente - negli ultimi anni abbiamo investito 900 milioni per opere di difesa idraulica nell’ambito del ‘Piano D’Alpaos’ da 3 miliardi di euro. Piano del quale abbiamo completato la realizzazione dei bacini di Caldogno, Colombaretta e Trissino
di monte, e sono in corso di esecuzione quelli di San Lorenzo, Trissino di valle, Orolo, Viale Diaz e Muson e a livello di progettazione quelli di Montebello e Breganze”.
La nota tecnica con il dettaglio dei lavori
La progettazione prevede, per la cassa di Pra’ dei Gai, di realizzare lungo il Livenza un’arginatura principale, che si estende dal ponte della S.P. n. 50 nei pressi del centro di Portobuffolè a località Tremeacque, al fine di separare il fiume Livenza da un’ampia zona golenale in destra idraulica e consentire di riservare una capacità d’invaso di circa 19.24 Mm³ alla quota di massimo invaso (12.85 m s.l.m.) su una superficie complessiva di 400 ha per la decapitazione dei colmi di piena del Livenza stesso. Il bacino naturale del Pra’ dei Gai è attualmente una vasta area golenale che funge da cassa di espansione non regolata del fiume Livenza, le piene sono determinate dall’irruenza del Meduna che, in fase di piena, risale lungo il Livenza ed allaga l’area del Pra’ dei Gai, situata in destra idraulica, fin quasi in località Basalghelle del Comune di Mansuè. L’effetto dei Gai, sull’idrogramma di piena della Livenza a valle di Tremeacque, risulta ora alquanto modesto, concretizzandosi in un solo sfasamento temporale della piena ed in un modesto abbassamento del colmo. L’area golenale è, infatti, interessata dalle acque allorquando i livelli idrometrici superano i 7,00 m s.l.m. a Tremeacque. Conseguenza ne è che al passaggio del colmo di piena i Gai sono già invasi dalle acque a quota pari a quelle della stessa onda di piena. La cassa di laminazione dei Pra’ dei Gai ha l’obiettivo di massimizzare l’efficacia idraulica del volume già disponibile nell’area di pertinenza fluviale in destra idraulica del fiume Livenza, al fine della laminazione delle piene ordinarie (con tempi di ritorno fino a circa 30 anni). Per raggiungere tale obiettivo l’intervento prevede le seguenti opere:
- la perimetrazione completa dell’area tramite la realizzazione di nuovi rilevati arginali o il rialzo e il ringrosso dei rilevati esistenti;
- la realizzazione di un manufatto di derivazione dal fiume Livenza costituito da uno sfioro a soglia fissa;
- la realizzazione di n. 2 chiaviche presidiate da paratoie in corrispondenza delle immissioni dei fiumi Rasego Nuovo e Rasego Vecchio in Livenza aventi la funzione di garantire, a) in condizioni ordinarie, la continuità dello scarico dei due corsi d’acqua e, b) in condizioni di piena, permettere da una parte la regolazione delle portate che, in fase di crescita del Livenza, entrerebbero in cassa per rigurgito, e dall’altra lo scarico dei volumi invasati in cassa una volta superata la piena;
- la realizzazione di una chiavica di intercettazione e chiusura del fiume Rasego nel punto di ingresso in cassa in località Basalghelle.
La cassa riesce a garantire, alla quota di massima regolazione pari a 10.65 m s.l.m., un volume di invaso pari a 11,15 milioni di m³ che arriva fino a 19.24 milioni di m³ alla quota di massimo invaso (12.85 m s.l.m.) per l’evento con tempo di ritorno 200 anni. Il manufatto di derivazione dal fiume Livenza è costituito da uno sfioro libero di lunghezza utile pari a 135 m, suddiviso su n. 10 luci di uguale lunghezza (13.5 m) inframezzate da pile spesse 1.50 m che sostengono l’impalcato del ponte che garantisce la continuità di
percorrenza del rilevato arginale.