A Refrontolo

Precipita da un'impalcatura alta 5 metri in un cantiere edile, morto 69enne

L'incidente sul lavoro si è verificato intorno alle 14,30 di martedì 19 novembre 2024 in via Molinetto. La vittima è Marino Gazzola

Precipita da un'impalcatura alta 5 metri in un cantiere edile, morto 69enne
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Un incidente mortale sul lavoro si è verificato nel primo pomeriggio di martedì 19 novembre 2024 in provincia di Treviso. In un cantiere edile di Refrontolo, Marino Gazzola, 69 anni, è precipitato da un'impalcatura alta 5 metri: l'impatto al suolo è stato fatale (in copertina: l'impalcatura da cui è caduto il lavoratore 69enne).

Precipita da un'impalcatura alta 5 metri in un cantiere edile, morto 69enne

Come segnalato dai Carabinieri, l'incidente sul lavoro è avvenuto intorno alle 14,30 di martedì 19 novembre 2024 in via Molinetto a Refrontolo.

Il 69enne è caduto all'improvviso da una delle impalcature allestite per la ristrutturazione di un fabbricato civile, precipitando da un'altezza di 5 metri.

Per Marino Gazzola, muratore esperto originario di Altivole, marito e padre di tre figlie e dipendente della società edile Gazzola di Altivole, l'impatto al suolo, purtroppo, è stato fatale. Gazzola era appena tornato al lavoro dopo un periodo di malattia: si era sottoposto a un intervento chirurgico alle anche, che lo aveva tenuto lontano dal cantiere per circa un mese e mezzo.

L'impalcatura da cui è caduto il 69enne

Il 69enne ha riportato un grave trauma cranico che non gli ha lasciato alcuno scampo. Nonostante l'intervento da parte del Suem 118, i sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

Ora, sul luogo dell'incidente mortale, sono intervenuti anche i Carabinieri e lo Spisal per tutti gli accertamenti del caso: da chiarire la dinamica e le cause della tragedia avvenuta nel cantiere edile.

Uil Veneto: "Il Veneto piange l’ennesimo morto sul lavoro"

"Sono scioccato: il Veneto piange l’ennesimo morto sul lavoro. Un operaio oggi è morto in un cantiere mentre lavorava a Refrontolo, nel trevigiano", ha dichiarato il segretario generale di Uil Veneto, Roberto Toigo.

"Sono trascorsi due mesi dalla manifestazione che abbiamo organizzato per sensibilizzare sui morti sul lavoro, con una chiatta carica di 101 bare – i morti sul lavoro in Veneto nel 2023 – che ha navigato nelle acque di Venezia. Abbiamo voluto, con quell’iniziativa, risvegliare le coscienze, perché i più grossi nemici della sicurezza sono l’indifferenza, l’assuefazione, la rassegnazione. Non possiamo e non vogliamo abituarci a leggere queste notizie, non lo accettiamo".

Cisl Treviso: "Strage inaccettabile, servono formazione e controlli"

“Le più sentite condoglianze alla famiglia - dichiara Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso - e a tutti i colleghi e collaboratori della vittima. Nei luoghi del lavoro si sta consumando una strage inaccettabile, figlia del mancato rispetto delle misure di sicurezza che sono obblighi di legge e che sono fondamentali per permettere lo svolgimento del lavoro in piena tranquillità. Nel caso specifico, verranno accertate le responsabilità di questa ennesima caduta dall’alto, che è la prima causa di morte nei cantieri edili. Serve un maggiore e più profondo impegno condiviso da tutte la parti in causa per diffondere una vera cultura della sicurezza, che parta dalla formazione, dal rispetto dei contratti e delle norme e che passi per un rafforzamento dei controlli in tutti i luoghi di lavoro”.

“Ci si domanda anche - aggiunge Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso - come sia possibile che un uomo di 69 anni sia ancora al lavoro su un’impalcatura di un cantiere e come sia stato montato il ponteggio da cui è precipitato: un’impalcatura montata a norma di legge impedisce la caduta dall’alto, sia essa dovuta a un malore, a un errore o a una distrazione. Le norme per garantire la sicurezza nei cantieri ci sono e vanno rispettate da tutti, in primis dai datori di lavoro. E se ciò non accade, invitiamo i lavoratori a segnalare alle forze dell’ordine gli abusi, le carenze, le mancate tutele e la carenza anche delle più elementari forme di protezione dei lavoratori”.

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