Processo a Ippolito Zandegiacomo, il PM ora chiede l'assoluzione per infermità mentale
Secondo la difesa l'imputato al momento dell'omicidio non era in grado di intendere e di volere

Il processo a carico di Ippolito Zandegiacomo, accusato dell'omicidio della madre Maria Luisa Bazzo, ha preso una piega significativa con la richiesta di assoluzione da parte del Pubblico Ministero. L'omicidio, avvenuto nel 2022 a Conegliano, ha scosso l'intera comunità per la brutalità del delitto e le circostanze che hanno portato al tragico evento. Il PM ha avanzato la richiesta di assoluzione per infermità mentale, sostenendo che l’imputato non fosse in grado di intendere e volere al momento dell'omicidio. Una richiesta alla quale si è unita anche la difesa, rappresentata dall’avvocato Danilo Riponti.
Il Pubblico Ministero chiede l'assoluzione
Durante il processo, tenutosi presso la Corte d'Assise di Treviso il 21 febbraio 2025 , Zandegiacomo ha dichiarato di aver agito sotto l'influenza di voci che lo spingevano a compiere il delitto. La tesi, sostenuta sia dal PM che dall'avvocato dell'imputato, è supportata sulle difficoltà psichiatriche che Zandegiacomo aveva affrontato per anni, a causa della schizofrenia paranoide diagnosticata e peggiorata negli anni.

Il pubblico ministero ha indicato che l’uomo fosse incapace di intendere e di volere nel momento del massacro della madre Maria Luisa “Gina” Bazzo, nel suo appartamento al terzo piano di una palazzina al civico 105 di via Einaudi a Parè di Conegliano.
La dinamica del delitto
La tragedia si è consumata il 24 ottobre 2022, quando Zandegiacomo ha aggredito la madre con un coltello, cercando di decapitarla. La dinamica dell'omicidio è stata particolarmente cruenta, con il figlio che ha anche tentato di mutilarsi prima di uccidere la madre. Oltre al tentativo di omicidio nei confronti della madre, Zandegiacomo ha anche ucciso il gatto della famiglia, mostrando una violenza incontrollata che ha impressionato gli inquirenti.
L'influenza delle voci su Ippolito Zandegiacomo
Zandegiacomo ha vissuto con la malattia mentale per anni, e la sua storia è segnata da periodi di stabilizzazione e crisi psichiche. Dopo la morte del padre nel 2022, l'uomo ha vissuto un forte dolore che ha acutizzato il suo stato psichico. L’imputato ha smesso di assumere i farmaci, provocando un grave scompenso che lo ha spinto ad ascoltare voci che lo incitavano a compiere atti violenti. Le voci, che descriveva come femminili, gli avrebbero ordinato di uccidere la madre e di infliggersi autolesioni. La data della prossima udienza è stata fissata per il 16 aprile 2025.
Emanuele Manfredo Fioravanzo