Lavasecco artigiani tradizionali: la garanzia per la sanificazione dei capi
Personale qualificato, attrezzature di ultima generazione e prodotti esclusivi, questa la tavola sinottica sull'efficacia delle lavanderie a secco.
I lavasecco artigiani tradizionali garantiscono la quasi sanificazione dei capi che vengono loro affidati. Test microbiologici, curati da due Centri di Analisi Ritex e Laboratorio Fratini, dimostrano che tutti i principali metodi di lavaggio professionale hanno un’elevata efficacia di abbattimento per i più diffusi ceppi microbici. La conferma arriva grazie al progetto voluto dalle organizzazioni Confartigianato e Cna del Veneto e realizzato con i fondi di categoria dell’Ente Bilaterale Ebav, col fine di definire un nuovo posizionamento delle imprese. L’obiettivo è quello di “spazzare via” l’immagine anacronistica del vecchio lavandaio per dare una nuova identità agli operatori e qualificare come i professionisti del pulito coloro che, oltre a trattare macchie, garantiscono l’igiene del capo.
“Questa è una delle più incisive iniziative dedicate alla categoria -dichiara Letizia Baccichet, presidente della comunità pulitintolavanderie di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, rivolta a tutti i colleghi soci (circa la metà del migliaio di imprese iscritte nelle sette camere di commercio venete)- per dare una nuova immagine alla professione e rendere evidente anche alla clientela ed alle famiglie la differenza tra un lavaggio domestico ed un trattamento professionale eseguito da personale qualificato, con attrezzature di ultima generazione e prodotti esclusivi”.
Tubercolosi, scabbia, sifilide sono alcune delle malattie che pensavamo scomparse (almeno in Europa) e che, invece, si stanno riaffacciando dal passato assieme a povertà, precarietà e contaminazione etnica. Oltre ad agenti patogeni, anche verruche e pidocchi richiedono una corretta manutenzione dei capi di abbigliamento.
“La globalizzazione e la multietnicità –prosegue – sono ormai caratteristiche della società. L’evoluzione dei contesti porta ad una crescente esigenza di pulizia. E’ una domanda che può e deve essere soddisfatta dal settore della manutenzione tessile. Nelle nostre lavanderie professionali vengono infatti utilizzati detergenti e macchinari che hanno caratteristiche decisamente superiori a quelle normali di casa a cui si sommano la professionalità ed esperienza dei manutentori”
L’indagine di laboratorio, affidata a Ritex e Laboratorio Fratini, ha avuto una duplice finalità: attraverso la misurazione dell’efficacia dei lavaggi professionali ad acqua, percloro, idrocarburi e sensene su 4 famiglie di agenti patogeni, ha definito, da un lato, un nuovo posizionamento delle imprese verso i consumatori e, dall’altro, ha rinviato indicazioni preziose su come migliorare l’agire quotidiano in azienda.
Lo studio ha confermato scientificamente che i lavaggi professionali hanno mediamente delle capacità di pulizia molto elevate che, in alcuni casi, raggiungono livelli di vera e propria sanificazione.
I risultati sono quindi stati condensati in un pannello -volutamente sintetico per il consumatore – che dà conto in maniera immediata della qualità del servizio e delle garanzie che gli vengono assicurate in quel esercizio.
Il nostro slogan è “Conoscere per fare una scelta consapevole” -riferisce Letizia Baccichet- “Il mondo della manutenzione si è arricchito in questi anni di esercizi che, pur rispondendo a specifiche esigenze della vita moderna, nulla aggiungono a quanto si può fare in casa. Stiamo parlando delle lavanderie self che, approfittando del fatto di avere dei macchinari diversi da quelli casalinghi, di fatto solo più capienti ma non più performanti, inducono nel consumatore l’idea di un lavaggio più accurato. La realtà è che la manutenzione professionale dei capi deriva da un mix tra attrezzature, detergenti e professionalità che può essere garantito solo dai lavasecco artigiani tradizionali il cui accesso alla professione -ricordo- è definito da una legge nazionale che prevede la presenza in azienda di un responsabile tecnico specificatamente formato. Anche questa è trasparenza verso il cliente”.
I dati del settore
992 esercizi in Veneto, di cui 202 a Treviso, 2mila addetti, di cui circa 400 nella Marca, con 110 milioni di euro di fatturato annuo complessivo: questi sono i numeri delle lavasecco artigiane venete e trevigiane. Un business che, negli ultimi anni, ha affrontato un vistoso ridimensionamento. Basti pensare che dal 2001 a oggi sia i negozi sia gli addetti sono diminuiti del 40%. All’origine della crisi vi è senza dubbio la contrazione del potere di spesa delle famiglie, che cercano di limitare il ricorso al lavaggio extradomestico a poche tipologie di capi. Ma hanno inciso anche i cambiamenti nei comportamenti di acquisto, come ad esempio la tendenza a comperare abiti di facile manutenzione, che possono essere lavati in casa e non necessitano quindi di cure particolari nello stiro.