Puntura senza vaccino al carabiniere, il test rivela: nessuna risposta anticorpale al Covid
Rischia di aggravarsi la posizione dell'infermiera che fece la controversa inoculazione a Lughignano di Casale.
Primo esito ufficiale sul caso del Carabiniere sottoposto a una controversa vaccinazione a Casale sul Sile: il militare non ha risposta anticorpale al Covid. Falso ideologico e omissione in atti d'ufficio, i reati ipotizzati a carico dell'infermiera.
Puntura senza vaccino al carabiniere, l'esito del test
Nel frattempo ha ricevuto una nuova dose, stavolta sicuramente somministrata senza anomalie. E tra un paio di settimane si vedrà se il Carabiniere della Compagnia di Treviso, che lo scorso 2 maggio ne aveva invece ricevuta una fortemente "controversa", tanto da divenire oggetto di un'indagine in corso della Procura, avrà una normale risposta anticorpale.
Già perché ora, proprio rispetto all'episodio consumatosi nel centro vaccinale di Lughignano di Casale sul Sile, arriva la prima risposta ufficiale: il militare non ha infatti, stando al test medico eseguito, gli anticorpi contro il Covid. Ed escludendo che rientri in una casistica assai rara di non responder, ovvero di coloro che non manifestano risposta anticorpale anche a fronte del vaccino inoculato, la posizione dell'infermiera che quel giorno eseguì la puntura rischia ora di aggravarsi.
Ma cos'era successo al vax point trevigiano?
Il carabiniere della Compagnia di Treviso si era presentato puntuale all’appuntamento programmato per l’inoculazione del vaccino anti Covid ma, quando l’infermiera ha effettuato la puntura – misteriosamente – la dose di vaccino non sarebbe stata somministrata rimanendo all’interno della siringa.
Il militare se n'era accorto subito, avendo osservato scupolosamente tutta l’operazione, e aveva anche notato nel cestino la siringa ancora piena. Da qui la denuncia immediata ai responsabili del centro vaccinale di Lughignano, e la successiva apertura dell'indagine da parte della Procura.
I reati ipotizzati a carico dell'infermiera
Falso ideologico e omissione in atti d'ufficio, le ipotesi di reato a carico dell'infermiera, tuttora convinta di aver eseguito correttamente l'inoculazione. La donna, con esperienza trentennale e dedita all'assistenza domiciliare agli anziani, era volontaria per la campagna vaccinale. E lei stessa si era regolarmente vaccinata.
Escluso dall'Ulss2 per tutti questi motivi che si tratti di un caso di "no vax": l'Azienda sanitaria propende dunque per l'ipotesi di un errore umano, una distrazione magari dovuta all'eccessivo stress.