Riciclaggio di denaro, smantellata banda italo-cinese: otto arresti a Treviso
Al vertice del gruppo ci sarebbero alcuni cittadini cinesi di età compresa tra i 45 e i 60 anni, affiancati da tre imprenditori italiani

Una rete criminale composta da cittadini cinesi e imprenditori italiani è stata smantellata dalla Squadra Mobile di Treviso. Otto le misure cautelari emesse: sette in carcere e una ai domiciliari.
Smantellata banda italo-cinese dedita al riciclaggio di denaro, otto arresti
L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, trasferito illecitamente all’estero e proveniente da attività in nero o illecite, su cui non venivano versate imposte.
Le indagini sono partite da un’inchiesta su un presunto giro di prostituzione all’interno di alcuni centri massaggi, ma gli investigatori hanno presto scoperto un sistema ben più articolato, che avrebbe generato un volume d'affari stimato attorno al milione di euro.

"Abbiamo avuto contezza di automobili utilizzate dal gruppo con la presenza di doppi fondi per gli spostamenti di ingenti somme di denaro contante all'interno e anche dell'esistenza di una base logistica all'interno della quale dove era stato creato un doppio fondo sul pavimento per l'occultamento del denaro", ha dichiarato Luca Lovero, dirigente Squadra Mobile Treviso, al TGR Veneto.

La banda operava principalmente nella provincia di Treviso, ma anche in altre aree del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia-Romagna. Al vertice del gruppo ci sarebbero alcuni cittadini cinesi di età compresa tra i 45 e i 60 anni, affiancati da tre imprenditori italiani, coinvolti nella creazione di false fatturazioni per "ripulire" i contanti.
I cittadini italiani avrebbero sfruttato i propri rapporti commerciali con aziende italiane ed estere per trasferire i fondi all’estero, aggirando i controlli e mascherando l’origine illecita del denaro.
"La nostra attenzione è mirata a favorire l'imprenditoria fiorente e sana e intaccare con azioni incisive il sistema imprenditoriale malato che trasferisce i ns capitali all'estero", ha commentato Alessandra Simone, questore di Treviso.
Nel corso dell’esecuzione delle misure e delle perquisizioni delegate, avvenute nelle province di Treviso, Padova, Vicenza e Bologna, sono stati sequestrati ulteriori elementi probatori, con l’acquisizione del contenuto degli smartphone in uso al gruppo, un’autovettura dotata di doppiofondo per l’occultamento del denaro e diverse decine di migliaia di euro in contanti.