Risparmiatori truffati, questa sera a Cornuda un nuovo incontro

Coordinamento don Torta sul piede di guerra dopo la pubblicazione dei decreti attuativi.

Risparmiatori truffati, questa sera a Cornuda un nuovo incontro
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Risparmiatori truffati, questa sera a Cornuda un nuovo incontro. Questa sera, mercoledì 19 giugno alle ore 20, nella sala consiliare del Comune di Cornuda, si tiene un nuovo incontro organizzato dal Coordinamento don Enrico Torta. In seguito ai controversi contenuti dei decreti attuativi del Fondo di indennizzo ai risparmiatori, il Coordinamento vuole intraprendere nuove iniziative, da condividere con gli stessi risparmiatori truffati.

Intanto, un primo incontro si era tenuto mercoledì 12 nella sede del Gruppo Alpini di Montebelluna, insieme ai responsabili del Coordinamento don Torta proprio in occasione del varo dei decreti attuativi del decreto Crescita per il Fondo di indennizzo ai risparmiatori. Al tavolo dei relatori il presidente Andrea Arman, Walter Baseggio e Girolamo Stocco.

C’è tanto malcontento tra i risparmiatori traditi e forti sono le critiche nei confronti del governo e delle promesse, finora, non mantenute: «Il decreto crescita non è convertito e quindi sono possibili ulteriori sorprese - è il commento di Andrea Arman -, di massima dovrebbe essere migliore di quello varato dal precedente governo (legge Baretta – Puppato – Santini ), ma ben distante dalle promesse ripetutamente fatte, ed anche queste disfatte, dagli attuali politici. Comunque sia, questa legge, non condivisa con i risparmiatori ed eterogestita da Banca d’Italia, contiene una pericolosissima insidia che di fatto ripropone lo scudo a favore del sistema bancario presente nella prima stesura di legge, nota come proposta di legge Bitonci. In quel testo veniva chiaramente previsto che l’accettazione dell’indennizzo/ ristoro comportava l’impossibilità di fare causa a Banca d’Italia, Consob etc… Non appena scoperti, i politici si sono affrettati ad attribuire la responsabilità di tale obbrobriosa norma alla famosa manina. Manina che mai si è rassegnata ad abbandonare il proposito di proteggere il sistema bancario - aggiunge Arman -, con ciò dimostrando la consapevolezza che il sistema bancario sa di avere pesanti responsabilità nella disgrazia dei risparmiatori, delle banche venete e non solo».

In questi giorni il Parlamento si appresta a convertire in legge il «decreto crescita» che, fra l’altro, contiene la radicale modifica della legge di bilancio sul Fir introducendo il sistema del doppio binario che prevede un indennizzo forfettario per chi è sotto i 35mila euro di reddito o i 100mila euro di patrimonio sociale ed una forma di arbitrato per gli altri; per tutti, esclusi gli obbligazionisti che hanno percentuali differenti, la somma che lo stato dovrebbe erogare è del 30% del valore di acquisto.

«L’insidia - precisa Arman - è nella parola usata al comma 502 bis del decreto crescita, l’aggettivo “Forfettario”. Testualmente il decreto recita “Previo accertamento da parte della Commissione tecnica di cui al comma 501 esclusivamente dei requisiti soggettivi e oggettivi previsti nel presente comma, hanno diritto all'erogazione da parte del Fir di un indennizzo forfettario dell'ammontare determinato ai sensi dei precedenti commi 496 e 497 i risparmiatori persone fisiche”. Perché con tutte le parole che ci sono il legislatore, sensibile ai desiderata di Banca d’Italia, ha usato proprio forfettario? Domande che abbiamo rivolto ai politici e che hanno risposto di non preoccuparci. Invece siamo seriamente preoccupati perché una proposta di emendamento che cristallizzasse il diritto di tutti i risparmiatori all’azione (far causa) nei confronti del sistema bancario è stata fermamente respinta dal Governo. Siccome la legge sul Fir pone come premessa, che la giustifica, l’esistenza di un ingiusto pregiudizio subito dai risparmiatori ad opera delle banche che non hanno rispettato la legge, non è peregrino - conclude Arman - ragionare che, attraverso la concessione del benevolo trattamento riservato ai risparmiatori in particolare situazione economica, vi sia la conclusione della controversia generata dal comportamento illecito delle banche con l’opposta concessione (da parte del risparmiatore) che si accontenta di un indennizzo forfettario, ovvero che copre l’intero indipendentemente da altre ragioni».

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