Ru Bianco Cornuda, completata la prima fase di sistemazione: "Ma resta da fare"
Grazie alla disponibilità dei fondi nazionali per la Tempesta VAIA del 2018 si sono potuti realizzare i lavori altrimenti impossibili con le risorse ordinarie: si tratta di 400mila € per un solo corso d’acqua.
Il Consorzio Piave sta concludendo i lavori di sistemazione idraulica del Ru Bianco iniziati nell’autunno del 2019.
Attraversa proprio il centro di Cornuda
Il Consorzio Piave sta concludendo i lavori di sistemazione idraulica del Ru Bianco iniziati nell’autunno del 2019. Dopo le gravi esondazioni e gli allagamenti tra il 2018 e la primavera 2019, del corso d’acqua che attraversa il centro di Cornuda, i tecnici consorziali hanno realizzato un progetto di intervento nei punti idraulici critici coinvolgendo molti privati cittadini e aziende confinanti al corso d’acqua, il Genio Civile della Regione Veneto e il comune di Cornuda.
"Grazie alla disponibilità dei fondi nazionali per la Tempesta VAIA del 2018 che tramite la Regione sono stati messi a disposizione, abbiamo potuto realizzare questi lavori altrimenti impossibili con le risorse ordinarie: si tratta di 400.000€ per un solo corso d’acqua. Anche se i nodi più gravi sono stati risolti, restano ancora diverse cose fare che il Consorzio Piave spera di riuscire a portare a termine anche con la collaborazione del Comune", scrive il Consorzio.
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Il problema della cementificazione
In sostanza si è trattato di un intervento di risanamento idraulico importante e delicato perché svoltosi prevalentemente in un centro urbano che spesso hanno uno sviluppo urbano incontrollato.
"La cementificazione e l’urbanizzazione diffuso non ha tenuto conto nei decenni delle esigenze naturali del territorio, soffocato sempre più anche nei suoi corsi d’acqua: arterie naturali del territorio che sono state modificate con tombinamenti, costruzioni di abitazioni e capannoni. L’impetuoso sviluppo economico post-bellico ha generato danni diretti sul territorio rendendolo ancor più fragile dal punto di vista idraulico generando conseguenze ed effetti collaterali che sono sotto gli occhi di tutti: l’eliminazione di naturali aree di espansione inoltre ha generato gli eventi alluvionali di cui sopra.
Questa invasione del tessuto urbano e del tessuto agricolo, a scapito della rete dei corsi d’acqua e delle loro naturali aree di espansione ha prodotto gli effetti che si sono visti nel 2018 e ripetutisi nel 2019. E che purtroppo abbiamo sotto gli occhi anche in queste ore complicate dal punto di vista meteorologico.
"Non sono più sufficienti le pulizie dell’alveo dalla vegetazione per garantire il corretto deflusso delle acque, è stati necessario intervenire dentro le case, sotto le case, attraversare giardini, scavare sotto i ponti, con costi altissimi per la collettività sia come spesa economica sia come disagi causati ai frontisti rimediando ad interventi edificatori realizzati dagli stessi privati. Il cambiamento climatico certo non aiuta, producendo precipitazioni brevi e di elevata intensità con cadenza ormai annuale che non si erano mai viste a memoria degli abitanti nei decenni precedenti".
Rimediare a questi danni è molto costoso, i corsi d’acqua dei quali il Consorzio si interessa sono numerosi e sono necessarie risorse straordinarie per affrontarli.
"Il Consorzio Piave nel 2004 ha avuto in affidamento dalla Regione i corsi d’acqua minori come il Ru Bianco ma senza la corresponsione delle entrate economiche necessarie a fronteggiare tutti gli interventi da effettuare dovuti al degrado idraulico e le mancate manutenzioni".
Gli interventi già effettuati: ma c'è ancora da fare
Per ora, è stato ripulito l’alveo del Ru Bianco dai detriti e dai depositi accumulati, sono state regolate le pendenze dell’alveo, sono stati sostituiti ponti ad uso agricolo che ostacolavano il deflusso delle acque, si sono realizzate arginature dove prima erano mancanti od insufficienti, sono state posate rocce a protezioni delle sponde e del fondo dove il corso d’acqua scava nelle curve, nei cambi di pendenza e nei salti, si sono spostati sottoservizi, sono stati demoliti tombamenti che rendevano impossibile il passaggio delle piene, sono stati aperti tratti del corso d’acqua che erano stati coperti.
"Va sottolineato anche il lavoro, paziente e certosino, svolto dai nostri tecnici per il coinvolgimento dei privati affinché fosse compresa l’importanza di questi interventi a ridosso delle loro proprietà o proprietà stesse e non ci fossero intoppi o dinieghi ai passaggi nelle loro proprietà: possiamo dire che l’importanza degli interventi è stata pienamente colta perché non ci sono stati strascichi legali o contenziosi".
E ancora:
Concludendo, le risorse, per quanto ingenti, non sono sufficienti per mettere in sicurezza tutto il corso d’acqua: restano ancora 200 m a cielo aperto da sistemare e ripulire ed una piccola vasca di espansione poco sopra il centro abitato che aiuterebbe a ridurre ancora di più i rischi di allagamento".
Il Consorzio ha già pronto il progetto e sarebbe importante la partecipazione del Comune per rendere disponibile al Consorzio i 7500 m2di terreno necessario o quanto meno di dare a queste aree la corretta destinazione urbanistica.
"Il comune di Cornuda ci ha garantito la massima collaborazione e supporto nella realizzazione dei lavori e siamo certi che sarà di supporto nella ricerca delle risorse economiche necessarie al completamento del risanamento del corso d’acqua".
Nel frattempo, l’Amministrazione del Consorzio Piave, si sta impegnando attraverso la Regione a trovare ulteriori canali di finanziamento per circa ulteriori 500.000€ necessari a dare completamento ad un intervento che farà dimenticare i problemi causati dal Ru Bianco.