Sfruttamento del lavoro, arrestato pakistano: braccianti stranieri utilizzati come schiavi

In manette un 27enne di Cessalto, titolare di una ditta per lavori agricoli. Il reato consumato nei campi coltivati a vigneti nelle provincie di Treviso, Venezia e Pordenone.

Sfruttamento del lavoro, arrestato pakistano: braccianti stranieri utilizzati come schiavi
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Sfruttamento del lavoro, arrestato pakistano: braccianti stranieri utilizzati come schiavi

Negli ultimi giorni della settimana scorsa i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Treviso unitamente ai colleghi della Stazione Carabinieri di Cessalto, hanno proceduto all’arresto in flagranza per sfruttamento del lavoro, reato previsto e punito dall’art. 603 bis c.p., di U. A., cittadino pakistano 27enne, residente a Cessalto, titolare di una ditta per lavori agricoli. L’operazione, coordinata dalla dottoressa Andreatta, Sostituto Procuratore presso il tribunale di Treviso, ha preso avvio nei mesi di ottobre e novembre scorsi dall’osservazione e pedinamento di numerosi stranieri che “alloggiavano” in Cessalto presso la sede della ditta e di locali presi appositamente in affitto dal titolare aziendale per “ospitare” in condizioni di indigenza umana i lavoratori. Quest’ultimi oltre a versare in uno stato di estremo bisogno venivano reclutati, impiegati sfruttati nei campi coltivati a vigneti per la relativa potatura nelle provincie di Treviso, Venezia e Pordenone.

Sfruttamento del lavoro, arrestato pakistano: braccianti stranieri utilizzati come schiavi

I "carri bestiame" guidati da soggetti senza patente

I lavoratori stranieri per lo più provenienti dal Pakistan, venivano trasportati nei campi con i furgoni della ditta di cui è titolare l’arrestato (privi di assicurazione e revisione e con conducenti privi di patente di guida tra cui lo stesso arrestato) che, evidentemente, per evitare i controlli delle forze dell’ordine, effettuavano percorsi attraverso strade secondarie per raggiungere i luoghi di destinazione. Oltre ad essere sottopagati sotto il livello minimo della contrattazione collettiva di categoria, nazionale e provinciale, prevista in 8,20 € all’ora, i lavoratori venivano retribuiti con 5,00 € all’ora, compenso al quale venivano sottratti 4,00 € al giorno per il trasporto sui campi, 50,00 € al mese per i pasti (quasi inesistenti, pane e fagioli) e 100,00 € al mese per il posto letto. Le condizioni abitative erano al di sotto degli standard minimi di pulizia e con i servizi con condizioni igienico-sanitarie assolutamente precarie.

Sfruttamento del lavoro, arrestato pakistano: braccianti stranieri utilizzati come schiavi

I nuovi "schiavi": sveglia alle 4.30, nessuna garanzia di sicurezza

Dalle dichiarazioni dei braccianti è emerso che gli stessi, per poter usufruire dei bagni e cucina, la mattina venivano svegliati dall’imprenditore arrestato alle 04.30/05.00 in modo da poter essere pronti per la partenza nei campi un paio d’ore dopo. Nel corso dell’attività ispettiva sono risultate completamente disattese anche le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ad esito dell’attività sono stati controllati 18 lavoratori, di cui 12 sono risultati esser impiegati in nero, tutti sottoposti a condizioni di sfruttamento. Conseguentemente è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Al termine delle operazioni sono stati posti sotto sequestro due veicoli utilizzati per il trasporto dei lavoratori, applicate sanzioni amministrative previste pari ad € 43.200,00, contestazione di ammende pari ad €14.400,00 e recuperati contributi mai versati per una somma complessiva di € 20.976,00.

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